Esordio italiano per il musical “Bernadette de Lourdes”. La protagonista Gaia di Fusco: “Punto di riferimento attualissimo per i giovani”
Il musical "Bernadette de Lourdes", con 400mila spettatori in 200 repliche dal 2021, debutta oggi a Roma (Auditorium Conciliazione, fino al 16 febbraio) prima di tappe a Napoli, Bari e Torino. L’anteprima del 14 gennaio è stata offerta dall’Elemosineria Apostolica a persone in difficoltà e volontari, nell’ambito del cartellone ufficiale del Giubileo 2025. Alla vigilia del debutto il Sir ha intervistato la protagonista, Gaia Di Fusco
Grazie al successo in patria – 400mila spettatori in 200 repliche dal 2021 – il musical francese “Bernadette de Lourdes” arriva sui nostri palcoscenici. La produzione italiana debutta domani a Roma (Auditorium Conciliazione fino al 16 febbraio, poi farà tappa al Teatro PalaPartenope di Napoli l’8 marzo, il 15 e il 16 marzo al Teatro Team di Bari e, dal 29 al 30 marzo, al Teatro Alfieri di Torino). L’anteprima di martedì 14 gennaio è stata offerta dall’Elemosineria Apostolica a persone in difficoltà e volontari. Non sembra una coincidenza che il sipario si alzi proprio ora: il Giubileo è appena cominciato (lo spettacolo rientra nel cartellone ufficiale), la prima apparizione della “Signora vestita di bianco” a Bernadette avvenne l’11 febbraio (1858) e, in un periodo drammatico come questo, la vita della giovanissima Soubirous accende un lume di speranza. In Maria ricerchiamo il volto di Dio – che “è papà, più ancora è madre” disse Papa Giovanni Paolo I – troviamo il principio femminile che garantisce unità e comunione, compassione e conforto in un mondo dove dominano conflitto, lacerazione. odio e incapacità di dialogo. Secondo Papa Francesco “la donna incarna il volto tenero di Dio”: Bernadette aveva soltanto 14 anni quando visse la prima esperienza mistica nella grotta di Massabielle eppure, messa a dura prova dalla malattia e dalla miseria, era già una donna. A interpretarla nel musical è la cantante Gaia Di Fusco, maggiore di 10 anni esatti a luglio, “felice di fare conoscere questa ragazza straordinaria. Finalmente andiamo in scena: sono emozionata e grata di questo mio primo ruolo così importante da attrice”.
Quando ha iniziato a lavorare al ruolo?
Due mesi fa, non appena il regista (Serge Denoncourt, celebre per il Cirque du Soleil, ndr) mi ha spiegato come avrebbe voluto che interpretassi Bernadette. In quel momento ho compreso la vera chiave di lettura di questa ragazza che era l’opposto di ciò che avevo fatto fino ad allora. È stato il destino a unirci: ero stata contattata prima che scoppiasse la pandemia, poi il progetto era svanito nel nulla. Mi hanno richiamata a inizio 2024 e ho ottenuto la parte.
Perché proprio lei?
In principio me lo chiedevo anch’io. Conoscevo in quanto santa, me la immaginavo celeste, l’essenza della spiritualità e mi sentivo lontana da lei. Approfondendo, studiandola, mi sono resa conto che era una ragazza di carattere. Da lì è iniziato uno scambio continuo: tra me e lei, tra lei e me. E ho capito il motivo della scelta.
Cioè?
Bernadette è molto simile a me: intraprendente e decisa, nonostante fosse l’anello più debole della catena, era tenace, forte e coraggiosa. Una personalità ben definita che riconosco e richiama le mie origini del sud. Sono campana.
Non sarà stato complicato diventare Bernadette, allora.
In questo senso, no, ma è un personaggio che incute un certo timore ed è una sfida anche fisica: rimango in scena l’80% delle 2 ore di spettacolo, con alle spalle l’impegno quotidiano di 8 ore di prove.
La difficoltà principale che ha affrontato?
Ricercare la semplicità in questa figura così emblematica e complessa, in modo che risultasse comprensibile nella sua totalità. Bisogna considerare che nulla è inventato; i testi derivano da ‘inquisizioni’ tratte da documenti e verbali originali. Portiamo in scena una pagina di storia, non una fiaba. Per questo è un musical adatto a tutti.
Anche a chi non crede?
Soprattutto a chi non crede. Il tema è interessante, con un’ideologie precisa e una profondità estrema. Il pubblico religioso apprezzerà la rappresentazione di una ragazza che si approccia al sacro senza mai nominarlo – non dichiara mai di avere visto la Madonna – e riceverà conforto nella fede, mentre gli spettatori non credenti saranno coinvolti dalle ostilità che Bernadette dovette affrontare.
Consiglierebbe il musical ai suoi amici?
Sicuramente. Si riconoscerebbero nella sua figura: a noi giovani capita di non essere compresi, esattamente come lei.
Bernadette rappresenta un punto di riferimento attualissimo, moderno: non si lascia influenzare dai giudizi, va avanti per la sua strada e porta a termine ciò in cui crede.
Nel concreto, le distanze temporali si annullano: i ragazzi devono sempre seguire la loro verità, in indipendenza.
È andata a Lourdes?
Sì, e il viaggio mi ha aiutato molto nella preparazione del personaggio: mi ha confermato l’esistenza di questa adolescente che ha lasciato una traccia straordinaria nell’umanità.
Lourdes è un luogo unico al mondo
e mi ha emozionata tantissimo, così come assistere al musical francese a Ginevra.
Cosa l’ha colpita di più della serata?
D’impatto, la scenografia immensa e i costumi splendidi, cuciti a mano con tessuti molto simili a quelli dell’Ottocento e con la massima cura nei dettagli per aderire al secolo. Scenografia e costumi identici li ammireranno le platee italiane. Poi il cast fantastico: in particolare per me, guardare Eyma, la protagonista in azione è stata una formazione. È una grande artista e ricopre il ruolo da parecchio, ormai: abbiamo parlato e mi ha dato ottimi spunti.
C’è qualche differenza rispetto alla versione francese?
L’aggiunta di brani ‘mash-up’. Un arricchimento che probabilmente riguarderà le versioni future: il musical andrà in scena negli Stati Uniti, Broadway incluso (nel 2026 il film dello spettacolo originale sarà proiettato nei cinema di oltre cento Paesi, ndr).
Vestire i panni di Bernadette l’ha cambiata?
Sì, in meglio. Mi piace molto un pezzo che interpreto: s’intitola ‘Distacco’ e descrive il percorso di abbandono di tutti i beni. Compresa la vanità. La vanità di essere povera: Bernadette sapeva di essere considerata l’ultima degli ultimi in paese. Io, che ho sempre lavorato in tv – da Io Canto a 12 anni fino al recente Bar Stella, passando per Amici nel 2021 – dove lustrini, trucco, “parrucco” e tacchi alti sono la normalità, lo considero un messaggio potente e prodigioso.
Cristina Marinoni