Emergenza Coronavirus. Il punto con l'immunologa Antonella Viola, Città della Speranza
Il Coronavirus agisce come un virus influenzale ma tra i due ci sono notevoli differenze. Il COVID-19 è completamente nuovo per tutta la popolazione mondiale e questo significa non solo che nessuno è protetto ma soprattutto che tutte quelle fasce di popolazione a rischio che si proteggono normalmente attraverso il vaccino anti-influenzale, non hanno nessuna protezione nei confronti del Coronavirus.
Tra decreti del Governo, ordinanze dei presidenti delle Regioni coinvolte e cordoni sanitari queste ultime ore vedono la situazione Coronavirus in Italia in aggiornamento costante.
È per questo che è importante che non si generi panico, che ci si attenga alle indicazioni che il Governo sta fornendo e che si acquisiscano le informazioni corrette su cosa è questo nuovo virus, come agisce e quali possono essere le conseguenze per chi ne viene a contatto.
«Questo virus – spiega la prof.ssa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di Ricerca pediatrica Città della Speranza e professore ordinario di Patologia generale presso il dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova – agisce come un virus influenzale, causando sintomi simili a quelli dell’influenza stagionale. Nella maggior parte delle persone si avranno quindi tosse, febbre, raffreddore. Nei casi più gravi, si può manifestare polmonite, sindrome respiratoria grave e persino insufficienza renale o morte. Se viene diagnosticata l’infezione da Coronavirus, sarà il medico curante a decidere quale sia la terapia migliore, a seconda delle condizioni del paziente. Non serve invece prendere farmaci al momento per prevenire l’infezione».
Bisogna però tener presente che «ci sono parecchie differenze tra l’influenza che conosciamo abitualmente e questo nuovo virus – prosegue Viola – il Coronavirus, infatti, è completamente nuovo per tutta la popolazione mondiale e questo significa non solo che nessuno è protetto ma soprattutto che tutte quelle fasce di popolazione a rischio che si proteggono normalmente attraverso il vaccino anti-influenzale, non hanno nessuna protezione nei confronti del Coronavirus. Pensiamo agli anziani, a coloro che hanno altre patologie: questi soggetti più deboli, non avendo ricevuto un vaccino, possono, se contagiati, andare incontro a serie complicazioni».
«Inoltre – prosegue – benché il virus non abbia una mortalità elevata, non è certo un ebola, si manifesta con conseguenze serie in una alta percentuale della popolazione. Si stima che circa il 20 per cento dei contagiati hanno avuto bisogno di terapia intensiva. Se avesse la stessa diffusione della normale influenza, sarebbe molto rischioso».
Ecco quindi spiegata la necessità di circoscrivere le zone a rischio e limitare i contagi.
Per comprendere meglio le vere ragioni per cui deve preoccuparci la sua diffusione la professoressa Viola aggiunge: «come dicevo la sua mortalità non è elevatissima, circa tra il 2 e il 3 percento, ma è un virus del tutto nuovo, contro il quale non abbiamo al momento armi. Bisogna quindi a tutti i costi prevenire che l’infezione divenga incontrollata e incontrollabile. Il virus si trasmette da persona a persona come il virus influenzale, quindi vanno evitati contatti con le persone infette e, nelle aree in cui sono presenti focolai di infezione, vanno limitate le occasioni che possono facilitare la trasmissione. Da qui le misure che il governo sta prendendo: chiudere le scuole, bloccare le manifestazioni e gli eventi sportivi».
Nessun imminente pericolo di morte «perché – continua la direttrice scientifica dell'Irp – i dati a oggi ci dicono che su 100 persone che si infettano, 2 o 3 probabilmente non ce la faranno. Il tetano, per esempio, ha una mortalità che può arrivare all’80 per cento. E a questo punto mi preme ricordare che per il tetano il vaccino esiste ma purtroppo la maggior parte degli italiani non esegue i richiami regolarmente».
Attualmente nei laboratori si sta lavorando su più fronti «naturalmente il vaccino – spiega Viola – che rappresenta sempre un’arma strepitosa e insostituibile per combattere le infezioni e limitarne il diffondersi. Poi si stanno studiando dei farmaci antivirali, che limitano la replicazione del virus nei pazienti. Infine, si cerca di capire come limitare gli effetti gravi dell’infezione, quali siano i farmaci maggiormente utili».
In questo momento non è possibile ipotizzare come si evolverà la situazione ma la professoressa Viola spiega che «quello che è certo è che il virus continuerà a circolare nel mondo ancora per molto e lo scenario più catastrofico è quello di una diffusione incontrollata nei paesi che non siano in grado di offrire ai pazienti un sistema sanitario come il nostro. Penso all’Africa o ad alcune regioni dell’Asia. Per quanto riguarda l’Italia, avremo un quadro più chiaro nei prossimi giorni, durante i quali capiremo se le misure di contenimento sono state sufficienti a bloccare la trasmissione. Credo sia importante non andare nel panico e attenersi alle indicazioni che il governo ci sta fornendo».
Prof.ssa Antonella Viola
Direttrice scientifica dell’Istituto di Ricerca Pediatrica Città della Speranza e Professore Ordinario di Patologia Generale presso il Dipartimento di Scienze Biomediche dell’Università di Padova. Ha coordinato diversi progetti di ricerca nazionali, europei e internazionali finalizzati allo studio del sistema immunitario e del cancro. È stata ed è tuttora membro di prestigiosi comitati scientifici, tra cui AIRC e ERC, e per i suoi studi ha ricevuto diversi riconoscimenti nazionali e internazionali, tra i più recenti dei quali vi è la nomina a membro della prestigiosissima “European Molecular Biology Organization” (EMBO); prima donna dell’Università di Padova e di tutto il Nord-Est a entrare in questo gruppo di cui fanno parte solo 100 scienziati italiani. Di recente le è stato assegnato un finanziamento POC (Proof of Concept), per la sua ricerca di frontiera, da parte dell’European Research Council.