Ebola in Congo, "più di 500 bambini hanno perso la vita"
La denuncia di Save the Children. Decessi più che quadruplicati negli ultimi sei mesi: circa 740 i minori infettati dal virus dall’inizio dell’epidemia
ROMA - Più di 500 bambini hanno già perso la vita a causa della terribile epidemia di Ebola in corso nella Repubblica Democratica del Congo, con un’accelerazione di decessi che si è registrata in particolare negli ultimi sei mesi. E' la denuncia di Save the Children, che in una nota spiega come nei sei mesi successivi al 1 agosto 2018, quando l’Ebola ha cominciato a diffondersi nel Paese, i decessi tra i bambini erano meno di 100, mentre si sono più che quadruplicati negli ultimi mesi. In totale, circa 740 minori sono stati infettati dal virus dall’inizio dell’epidemia.
“Siamo di fronte a un ulteriore tragico punto critico durante questa epidemia che sta avendo un impatto devastante sui bambini, specialmente quelli più piccoli. Circa il 40% dei minori che hanno contratto la malattia, infatti, hanno meno di cinque anni e molti di loro sono morti. Le conseguenze sono molto gravi anche perché, a causa dell’elevato tasso di mortalità, migliaia di bambini hanno perso almeno uno dei loro genitori a causa della malattia o sono rimasti separati da essi”, ha affermato Heather Kerr, Direttrice di Save the Children in Repubblica Democratica del Congo. Il virus, sottolinea inoltre l’organizzazione, mette i bambini davanti al rischio di essere stigmatizzati, isolati o abbandonati, e di rimanere quindi vittime di ogni tipo di abuso e sfruttamento o di essere reclutati nei gruppi armati. Molti bambini, poi, non vanno a scuola perché i loro genitori sono morti e chi si prende cura di loro non può permettersi di pagare le tasse scolastiche, o perché le scuole vengono chiuse a causa dell'insicurezza costante.
“Anziché retrocedere, negli ultimi sei mesi l’epidemia di Ebola ha subito una forte accelerazione, e la situazione sta degenerando proprio davanti ai nostri occhi se consideriamo i quattro casi registrati a Goma, una città di oltre un milione di abitanti. L'Oms - ha proseguito Heather Kerr - ha dichiarato che si tratta di un'emergenza di carattere internazionale e a questo dovrebbe seguire un maggiore sostegno da parte della comunità internazionale. È fondamentale, in questa fase, identificare le persone contagiate, garantire ai malati le cure di cui hanno bisogno e dare una sepoltura sicura alle persone decedute. Inoltre è quanto mai urgente lavorare per costruire la fiducia nelle comunità locali in modo da sensibilizzare in modo chiaro sulla portata della pericolosità dell’Ebola".
I team di Save the Children che operano nella Repubblica Democratica del Congo sono impegnati sul campo sin dalla prima settimana della diffusione dell’epidemia di Ebola e da allora sono state raggiunte più di 1,1 milioni di persone, di cui più di 834.000 bambini. L’organizzazione, in particolare, sta supportando il Ministero della Salute per la prevenzione e il controllo delle infezioni e l’erogazione di servizi igienico-sanitari nelle cliniche, oltre a fornire il supporto di cui hanno bisogno alle comunità locali, anche attraverso la diffusione di messaggi di sensibilizzazione per prevenire la malattia. Oltre al supporto per quanto riguarda la ricerca e l’identificazione dei casi di contagio: solo lo scorso giugno Save the children ha raggiunto 58.290 famiglie e più di 245.000 persone, tra cui oltre 110.000 bambini, attraverso messaggi salvavita sulla prevenzione e l'individuazione dell'Ebola.