Droghe, “da Genova impegni concreti”. A partire dalla riforma del Testo unico
La Rete per la riforma delle politiche sulle droghe esprime il proprio apprezzamento per alcuni dei risultati finali della Conferenza nazionale sulle dipendenze. “Soddisfazione per l’impegno circa l’urgenza di modificare la 309/90, nella direzione della depenalizzazione e decriminalizzazione completa dell’uso personale di droghe e della coltivazione domestica di cannabis”
La Rete per la riforma delle politiche sulle droghe esprime il proprio apprezzamento per alcuni dei risultati finali della Conferenza nazionale sulle dipendenze di Genova, che impegnano il Governo sulla via della riforma dell’attuale legislazione.
“Riteniamo sia stato fondamentale il contributo di critica costruttiva offerto della nostra Rete ai lavori preparatori, a partire dalle raccomandazioni circa una riforma complessiva del Testo Unico sulle Droghe 309/90 e all’inclusione esplicita della Riduzione del danno (RdD) nella relazione finale, passando per l’impegno di molti di noi all’interno dei tavoli tecnici preparatori della Conferenza, ai quali, per la prima volta, hanno partecipato anche organizzazioni di persone che usano droghe”, affermano i promotori della Rete. Che continuano: “Diamo atto alla ministra Fabiana Dadone di essere riuscita a portare a termine un lavoro i cui esiti erano tutt’altro che scontati. Fin da subito le abbiamo espresso le nostre critiche sull’organizzazione dell’evento, il che non le ha impedito di aver tenuto aperto il dialogo, partecipando anche al FuoriConferenza - organizzato dalla Rete il 26 novembre - e facendo visita alle 11 unità di strada e realtà attive nella riduzione del danno arrivate a Genova da diverse zone d’Italia. Allo stesso tempo non possiamo non stigmatizzare l’inaccettabile e ingiustificata assenza del Ministro della salute Roberto Speranza”.
“Salutiamo con soddisfazione gli impegni della Conferenza circa l’urgenza di modificare la 309/90, nella direzione della depenalizzazione e decriminalizzazione completa dell’uso personale di droghe e della coltivazione domestica di cannabis”, continua la Rete per la riforma delle politiche sulla droga, che rivendica di aver indicato anche alcuni obiettivi intermedi, realizzabili in tempi brevi, tra cui: “Dare declinazione e unità ai servizi per le persone che usano droghe ed in particolare ai servizi di Riduzione del danno (RdD), Livello Essenziale di Assistenza (Lea) dal 2017, finanziandola adeguatamente anche attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Lea e Linee Guida RdD devono però rientrare in un processo partecipato da società civile, operatori dei servizi e persone che usano droghe”.
In secondo luogo, “riformare il regolamento penitenziario e lanciare un Piano nazionale per le misure alternative alla detenzione che eviti l’attuale carcerazione indiscriminata delle persone che usano droghe”. Ed ancora: “Rendere efficace l’attuale Sistema nazionale di allerta precoce (Snap); sperimentare le stanze del consumo e il ricorso diffuso al test rapido delle sostanze (drug-checking); modificare il sistema di accreditamento istituzionale in modo da rendere effettiva l’integrazione con il terzo settore; istituire un’Agenzia Nazionale per la Cannabis; garantire nel Fondo Nazionale Sanitario una spesa non inferiore all’1,5% per l’intero sistema di intervento sul consumo e le dipendenze; dare riconoscimento alle organizzazioni delle persone che usano droghe”.
In commissione giustizia alla Camera è in discussione un testo di legge unificato (Magi e altri) per la depenalizzazione della coltivazione di cannabis ad uso personale e la rimodulazione delle pene per i fatti di lieve entità. “Come ricordato dal Procuratore Generale Antimafia, Cafiero De Raho, sarebbe una risposta immediata alle prime raccomandazioni della Conferenza – conclude la Rete -. Considerata la messa in mora dell’impianto penale della 309/90, invitiamo il Governo a tenere una posizione neutrale davanti alla Corte Costituzionale quando dovrà esser decisa l’ammissibilità del referendum sulla cannabis sottoscritto da oltre 630 mila persone. Ringraziamo la Comunità San Benedetto al Porto, fondata a Genova da don Andrea Gallo nel 1970, per il prezioso e indispensabile contributo nell’organizzazione del nostro FuoriConferenza”.