Don Claudio Zuin entra a Conselve. Il vescovo: «Sei chiamato a servire, non a comandare»
Un Duomo gremito ha accompagnato domenica mattina l'ingresso di don Claudio Zuin a Conselve. Nell'omelia del vescovo, l'invito a vivere pienamente e autenticamente in uno stile di servizio, generoso e umile, alla comunità.
«Alla fine di questa celebrazione, l'applauso con cui saluterete don Claudio, questo "trono" in cui si siederà, ci metteranno un po' in imbarazzo. Perché presiedere la comunità non vuol dire comandare, né primeggiare. Il compito di un prete è servire, lealmente, con pazienza. E anche a voi chiedo di avere pazienza... siamo uomini, il nostro io a volte riemerge, e dobbiamo aiutarci a vicenda a ricordare che siamo qui per un servizio, non per il potere. Vale per il parroco come per ciascuno di noi».
Inizia così la sua omelia il vescovo, nel giorno in cui Conselve accoglie don Claudio Zuin.
Inizia ricordando uno stile, e indicando una meta al nuovo parroco: «Non basta saper unire le persone, non basta organizzare attività. Il primo compito è coltivare la dimensione spirituale, spingere i vostri cuori a pregustare le realtà del cielo».
Poi, certo, c'è la vita civile di una comunità operosa, con una ricca vita associativa ma segnata anche - lo ricorda il sindaco nel suo benvenuto di fronte al municipio - da problemi economici e preoccupata per i suoi giovani. Una Conselve in cui amministrazione e parrocchia hanno lavorato guardando alla persona, impegnate a unire e non a dividere.
E lui, il nuovo parroco?
Tra un saluto e un ringraziamento, ricorda il giorno in cui il vescovo gli propose di lasciare Bastia di Rovolon. «Mi ha preso lo spavento per l'ampiezza del territorio, il confronto con chi mi aveva preceduto, da don Luciano Danese a don Paolo Doni. Non ho le doti. "E io allora? Che doti ho per essere vescovo di Padova?". Allora mi sono convinto. Ho compreso l'invito di Gesù a seguirlo, sempre, a rispondere alla sua chiamata anche quando e come non ti aspetti».