Disabilità, welfare e il nodo immigrazione. Cosa c’è nella bozza di programma Pd-M5S
Sostegno alle famiglie, politiche per l’emergenza abitativa, una nuova legge sull’immigrazione. Ecco le linee programmatiche del nascituro governo giallorosso. Ancora aperta la partita totonomi: il prefetto Morcone candidato a sostituire Salvini al Viminale
ROMA - Sostegno alle famiglie e ai disabili, politiche per l’emergenza abitativa, più risorse per scuola, università e welfare. E poi un impegno in chiave europea per riformare il Regolamento Dublino, una nuova legge in materia di immigrazione e un “new deal” in tema di tutela ambientale. Sono questi alcuni dei temi al centro della bozza di programma del nuovo governo giallorosso Pd-M5S chiuso nelle ultime ore, come rivelato dal quotidiano britannico Financial Times.
Mentre sembra ancora aperta la partita sui nomi dei nuovi ministri, sulle linee programmatiche l’accordo è arrivato e tiene insieme alcune della battaglie dei due partiti: a partire dall’idea di un’economia circolare, del salario minimo, dell’equa retribuzione e dei diritti dei lavori cosiddetti digitali, come i riders. Più spinosa è la partita sul tema immigrazione, su cui il precedente esecutivo (M5S-Lega) ha prodotto due decreti sicurezza, che ora la nuova coalizione (M5S-Pd) intende rivedere proprio a partire dalle osservazioni fatte dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Inoltre, si parla di una nuova legge che tenga insieme il contrasto all’immigrazione irregolare e l’integrazione.
Tra gli altri temi messi nero su bianco nel patto del nascituro governo c’è la lotta alla mafia e all’evasione fiscale. Si parla anche di una legge sull’acqua pubblica e di un piano per contrastare il dissesto idrogeologico. Viene anche sottolineata la necessità di una legge sulla parità di genere nelle retribuzioni e di maggiori investimenti sulla scuola, l’università e il welfare.
Per ora, invece, va avanti il totonomi per i ministeri chiave. Per l’Interno, il più delicato, dopo l’uscita di Matteo Salvini, voci sempre più insistenti indicano il prefetto Mario Morcone, oggi direttore del Consiglio italiano per i rifugiati. Per anni a capo del Dipartimento libertà civili e immigrazione, Morcone è stato un uomo chiave sia sotto il ministero di Angelino Alfano che nell’ultimo periodo del governo Gentiloni, quando al Viminale fu chiamato Marco Minniti. Diventato capo di gabinetto, Morcone gestì tutta la partita del codice di condotta per le ong e degli accordi con la Libia. Proprio per questo sembra essere oggi il più accreditato dei candidati a sostituire il leader della Lega. Incerta è ancora la questione del ministero dell’Economia, per il quale si fanno in queste ore nomi vicini al mondo del Terzo settore. A partire da Leonardo Becchetti, docente dell’Università Tor Vergata e Fabrizio Barca, già ministro della Coesione territoriale nel governo Monti e oggi fondatore del Forum Diseguaglianza e Diversità. Mentre per Scuola e istruzione si fa il nome di Bianca Granato, già componente della commissione in Senato: l’indiscrezione è stata salutata con favore dalla Federazione Italiana Rete Sostegno e Tutela Diritti delle persone con disabilità (First) per cui si tratterebbe di una “svolta”. “Finalmente avremmo una docente di scuola che conosce bene la scuola, le sue annose problematiche che affliggono gli alunni, i docenti, il personale amministrativo e soprattutto gli alunni con disabilità e le loro famiglie” sottolineano in una nota.