Dateci oggi il nostro eco-mostro quotidiano
Un mastodontico magazzino alto più di 20 metri lungo la statale Padova-Vicenza interroga la politica e i cittadini: fino a che punto le esigenze produttive e le deroghe di legge sono ragionevoli?
In attesa che la “bellezza” salvi per davvero questo mondo, la bruttezza continua a mostrarci la sua realtà. Credevamo che il consumo del territorio, la cementificazione, i centri commerciali, le strade e autostrade, i capannoni, fossero ormai un’idea di un passato che ha già mostrato i suoi errori? Che il concetto estetico di bellezza urbana coincidesse con quello di vivibilità e sostenibilità? Ci sbagliavamo e illudevamo.
L’ennesimo sfregio al buon senso e bel vedere, giunge da Mestrino. Qui, lungo la statale Padova-Vicenza è già sorto un nuovo mastodontico magazzino di una nota azienda locale, che ha un’altezza di 22,20 metri (di poco inferiore alla chiesa parrocchiale). Un monolite di cemento che solo a guardarlo rimpicciolisce tutto quello che lo circonda, senza alcuna possibilità di “dialogo paesaggistico”.
Un pugno nello stomaco e all’intelligenza. Il primo cittadino del paese si difende dicendo: «La proprietà aveva la facoltà di costruire inizialmente una superficie di seimila metri quadrati raggiungendo i 12 metri di altezza, con un enorme consumo di suolo e di cementificazione.
Quanto ci hanno proposto, comporta invece la copertura della metà del terreno, visto che il magazzino si svilupperà in altezza. In cambio della deroga, la proprietà sistemerà i passaggi pedonali lungo la regionale 11 e l’ingresso al campo da calcio retrostante il nuovo magazzino» (fonte Mattino di Padova). Chi transita oggi per Mestrino, non potrà però sottrarsi dal chiedersi: ma è questo il Veneto del futuro, tanto predicato? «Parliamo di aree di completamento e concessioni pregresse», si difenderanno gli amministratori. “Completamento” sì, ma di quale idea di sviluppo? Ai cittadini, intanto, non resta che protestare e indignarsi.