Cuamm, il report sul centro vaccinale in Seminario Minore. Vaccino e accoglienza
Cuamm. Presentato il report sul centro vaccinale al Minore
Accoglienza e clima familiare hanno fatto la differenza al centro vaccinale di Rubano, aperto a giugno scorso nel Seminario minore di Rubano e gestito da Medici con l’Africa Cuamm, in collaborazione con l’Ulss 6 Euganea, la Regione Veneto, il Comune di Rubano, la Diocesi di Padova, e grazie al sostegno di Usaid (Agenzia americana per lo sviluppo internazionale). Sono 33 mila le vaccinazioni effettuate da giugno a dicembre 2021; 160 gli operatori impegnati, tra sanitari e non che ogni giorno hanno accolto e vaccinato le persone.
Intervenendo alla presentazione dei dati – prima di Natale – il vescovo Claudio Cipolla, che è presidente di Medici con l’Africa Cuamm, ha sottolineato che «come Chiesa siamo a servizio del bene e la salute è un bene molto importante. Dovevamo, in coscienza, metterci a disposizione con tutte le risorse che abbiamo e siamo molto contenti di averlo fatto. Come cristiani siamo invitati a cercare il bene della gente e questa è di certo una strada per dare un servizio alle nostre comunità civili. Il bene che si fa è quello che ci dà soddisfazione e consolazione».
«Il centro vaccinale insiste nel territorio di Rubano, però ha servito una popolazione molto più ampia, all’interno dell’Ulss 6 – ha evidenziato Sabrina Doni, sindaco di Rubano – Siamo abituati a pensare al Cuamm come una realtà che opera solo in Africa e invece, con grande generosità, si è messo a servizio anche qui con tanti volontari. E quando, nei mesi scorsi, sembrava che dovessimo chiudere il centro perché l’emergenza pareva finita, come sindaci ci siamo prodigati per tenerlo aperto e ora se ne capisce a fondo l’importanza. È il segno che la collaborazione tra il nostro sistema sanitario e il territorio che si è messo a disposizione, preso per mano dal Cuamm, porta risultati importanti».
«Questa pandemia sta creando tante divisioni sociali tra no vax e pro vax – ha sottolineato il direttore generale dell’Ulss 6 Euganea Paolo Fortuna – divisione che si combatte anche con la solidarietà, con i volontari, con la gente comune che continua a credere in un modello sociale imperniato sulla solidarietà e sulla convinzione che insieme si possono superare anche situazioni di questo tipo».
Don Dante Carraro, direttore di Medici con l’Africa Cuamm, alla presentazione dei dati ha evidenziato come il centro vaccinale sia «il segno di come lavoriamo anche in Africa. Il “con” del nostro nome sottolinea come noi ci mettiamo a servizio del sistema sanitario locale, anche in Africa. C’è un sistema sanitario pubblico che ha come mandato il mettersi a servizio della gente e noi cerchiamo di metterci al servizio di questo servizio. Dei 23 ospedali in cui siamo, nessuno è di proprietà del Cuamm. Così quando c’è stato bisogno qui nel Veneto, ci siamo chiesti cosa potevamo fare: metterci al servizio! E in sei mesi tanti sono i risultati, resi possibili grazie alla disponibilità di tanti soggetti che, gratuitamente, si sono impegnati in questa realtà. Ma il più grande risultato, oltre ai numeri, sta nel senso di accoglienza e di umanità, di famiglia, che si respira in questo centro vaccinale, come mi dicono tutti quelli che si vaccinano qui. È il frutto della gratuità delle persone che si sono messe a servizio del nostro Paese e della nostra Chiesa che rende le cose che si fanno più significative e belle, anche alla vigilia di questo Natale 2021».
In Africa
Davanti a un’emergenza globale, l’unica risposta possibile deve essere globale.
L’Africa non può restare esclusa. Vaccinare medici, infermieri e la popolazione africana è un atto di solidarietà e insieme di sicurezza per tutti: solo così si riuscirà a interrompere la diffusione del virus e delle sue varianti. Serve un piano vaccinale anti Covid in Africa. Servono più dosi. E queste dosi, poi, devono diventare “vaccinazione vera”.
Per questo Medici con l’Africa Cuamm ha lanciato la campagna “Un vaccino per noi”. Obiettivo dell’intervento è portare il vaccino fino all’ultimo miglio in 51 distretti di sei paesi in cui è presente l’ong sanitaria – Angola, Etiopia, Mozambico, Sierra Leone, Sud Sudan, Uganda – per una popolazione complessiva di circa cinque milioni di abitanti. Per informazioni: mediciconlafrica.org