Coronavirus. Ordine degli psicologi: Ansia? Un anziano può aiutarvi
Ordine degli psicologi. Finita la prima fase, le persone faticheranno a sopportare psicologicamente il perdurare dell'emergenza. Una risposta può arrivare dalla capacità di resilienza degli anziani, con cui confrontarsi per scaricare pensieri e preoccupazioni
Le dinamiche che stiamo vivendo, la convivenza forzata, l’isolamento, l’ansia di poter contrarre il virus o che possa capitare ai nostri cari, la nuova gestione familiare, impattano notevolmente nella nostra vita e anche sul lavoro degli psicologi. L'Ordine degli psicologi del Veneto fin da subito si è dotato di un vademecum pratico, in continuo aggiornamento, per le proprie attività.
«Emergono domande non strutturate: come gestire i tempi dei figli, lo smart working e la famiglia – spiega Luca Pezzullo, presidente dell’Ordine degli psicologi del Veneto – gli adulti chiedono sostegno e supporto perché stiamo vivendo una situazione destrutturata. C’è però un problema: tendiamo a focalizzarci sul qui e ora, ma in realtà dovremmo ragionare su ciò che succederà a medio e lungo termine. Il momento attuale in psicologia si chiama fase della luna di miele: c’è un pericolo, lo affrontiamo insieme e passerà. Ma il pericolo potrà perdurare per diverse settimane ancora e allora è facile subentri una fase più depressiva, in cui si esacerbano le situazioni».
Oltre poi al necessario supporto psicologico alle figure sanitarie, un aiuto deve essere pensato anche per chi ha perso una persona cara a causa del Coronavirus: «Non poter dare l’ultimo saluto al proprio caro, non poter fare un funerale è un evento molto traumatico nella vita di una persona». Per gli anziani invece «il consiglio sono le video chiamate, anche 2-3 volte al giorno. Se sono assistiti, è bene mantenerli attivi da un punto di vista cognitivo. Ma l’anziano in questa fase può rivelarsi una risorsa preziosissima perché ha alle spalle una vita di resilienza e adattamento. Sono storie di vita utile, testimonianza che si può andare avanti. Ascoltare le loro vicissitudini è importante per chi vive il periodo in maniera ansiosa. Sono rassicuranti per i giovani disorientati, danno risposta di un futuro possibile, e in questo modo si valorizza anche l’anziano stesso e gli si restituisce dignità e ruolo sociale».
In famiglia impariamo a organizzare e progettare le giornate
Mettere in moto l’empowerment personale: questo il consiglio per superare l’isolamento e la convivenza forzata. «Sollecitare cioè le capacità attive di adattamento della persona – spiega Luca Pezzullo, presidente dell’Ordine degli psicologi del Veneto – In concreto cosa significa? Cosa possiamo fare quando siamo obbligati a stare a casa? Micro progettazioni relative alla giornata: pianificare cioè il tempo, decidere a che ora si sta tutti insieme, quali compiti svolge ciascuno, quando la mamma o il papà possono prendersi mezz’ora di tempo per ascoltare musica, leggere, guardare una serie tv, da soli. Prevedere dei momenti di isolamento nella convivenza forzata, anche per i bambini, è molto importante. Così come è fondamentale fare progettazione anche per le settimane e mesi successivi: come gestire le proprie attività, pensare al riadattamento dopo l’emergenza. L’ansia passa quando mi sperimento capace di progettare e di costruirmi una identità».