Coronavirus. Acli: “Urge un piano straordinario per il sociale”
La proposta lanciata da Stefano Tassinari, vicepresidente nazionale e responsabile per il terzo settore delle Acli, per rispondere all’emergenza coronavirus. “Necessario salto in avanti, anche raddoppiando i fondi esistenti”
“Urge un piano straordinario per il sociale, facendo quel salto in avanti che stenta da troppo tempo, anche raddoppiando i fondi esistenti”. L’appello arriva da Stefano Tassinari, vicepresidente nazionale e responsabile per il terzo settore delle Acli in questi giorni di emergenza nazionale.
Per Tassinari occorre mettere a punto al più presto un piano che “valorizzi la casa, insieme ai paesi e quartieri, come corpi vitali, come risorse di cura e di partecipazione, di solidarietà”, aggiunge Tassinari, ma che di sicuro “dovrà fare i conti con una forte crisi del lavoro” e che per questo “può rappresentare un importante veicolo generativo di nuova occupazione e imprenditorialità sociale”. Un piano che secondo Tassinari deve essere un “paradigma di un'epoca radicalmente nuova, in cui il primato della cura di quello che siamo e possiamo essere come persone, comunità e ambiente, prevalga sulla logica dominante del consumo e della speculazione a danno del pianeta e della condizione umana”. Per Tassinari, infatti, oggi “i deboli rischiano due volte - spiega -. La prima perché più vulnerabili, o per condizioni fisiche o per condizioni sociali. La seconda perché la già spesso carente, incompleta e frammentata rete di welfare sociale e non solo, in questa situazione di emergenza vede scomparire alcune prestazioni che sarebbero essenziali per i diritti e la vita stessa delle persone. Ciò anche grazie a una riforma incompiuta da vent'anni, nonostante molti passi avanti contro la povertà”.
Su questo, aggiunge Tassinari, il Forum nazionale del terzo settore, del quale le Acli sono parte, “sta facendo un lavoro prezioso raccogliendo e costruendo proposte concrete, ma anche lanciando un grido di allarme perché il sistema è al collasso”. Secondo Tassinari, in questo momento è importante “reclamare innanzitutto la possibilità di operare in piena sicurezza per molti servizi e attività che volontari e operatori tengono in piedi - continua -. Comprese le tante colf, che dovrebbero essere ringraziate insieme all'eroico personale medico e sanitario e al volontariato, perché permettono al nostro paese, anche loro sovente a rischio della vita, la parte più consistente dell'assistenza a casa. Oltre un milione di persone, prevalentemente straniere (anche stavolta discriminate e dimenticate dagli ammortizzatori in deroga) che sostengono a casa altrettante famiglie: non poco in un momento nel quale invitiamo a stare a casa, senza però renderci abbastanza conto che per molti stare a casa potrebbe altrimenti significare essere dimenticati".