Coronavirus, carcere Bologna: sospesi i colloqui dei detenuti e l’accesso dei volontari

Niente colloqui, niente volontari, niente traduzioni da e verso gli istituti delle carceri delle regioni in cui si sono riscontrati casi di coronavirus. Lo comunica in una nota il Garante per i detenuti di Bologna: “Si ritiene opportuno l’ampliamento delle possibilità di effettuare comunicazioni telefoniche o via Skype”

Coronavirus, carcere Bologna: sospesi i colloqui dei detenuti e l’accesso dei volontari

BOLOGNA – Sospeso l’accesso in istituto di tutti i volontari e i colloqui con familiari e terze persone; impossibilità di accedere agli istituti penitenziari per coloro che dimorano nei Comuni sottoposti a quarantena (per gli operatori vari, i volontari e i parenti delle persone detenute); sospese, anche per quanto riguarda la detenzione minorile, delle traduzioni da e verso gli istituti penali minorili di Torino, Milano, Treviso, Bologna, Pontremoli e Firenze. Sono queste le misure adottate dall’istituto penitenziario Rocco D’Amato di Bologna per prevenire il contagio dovuto alla diffusione del coronavirus. La comunicazione arriva in una nota di Antonio Ianniello, Garante per i detenuti del Comune di Bologna: “Considerata la sospensione in atto dei colloqui, si ritiene inoltre opportuno l’ampliamento delle possibilità di effettuare comunicazioni telefoniche o via Skype, laddove possibile”. Nella nota il Garante aggiunge: “Si raccomanda l’adozione di adeguate misure di informazione nei confronti delle persone detenute circa le principali misure igieniche da assumere per le malattie a diffusione respiratoria, nonché il deciso incremento dell’attenzione circa l’igienizzazione degli ambienti in cui vivono le persone detenute e degli ambienti in cui lavorano gli operatori penitenziari, anche con riferimento alle dotazioni di dispositivi di protezione individuale”.

Intanto, dopo le denunce dei giorni scorsi, il Sinappe ha ringraziato l’amministrazione della Dozza e degli istituti regionali “per la tempestiva presa d’atto della delicatezza della situazione e, anche se non ancora in maniera omogena e capillare, ha portato all’attuazione di interventi mirati, quali la distribuzione di mascherine filtranti, gel antibatterico, guanti, sapone antisettico”. Accolta con soddisfazione anche la decisione di sospendere i colloqui, “in alcuni contesti invocata perfino dagli stessi ristretti a tutela della salute dei rispettivi familiari”. Contestualmente, il sindacato nazionale autonomo di polizia penitenziaria avanza alcune ulteriori richieste: “Riteniamo che vada completata la distribuzione in tutti gli Istituti del Distretto dei DPI; disciplinato il divieto temporaneo di fruire del campo sportivo da parte dei detenuti, in ossequio alle ultime disposizioni ministeriali, e istituito l’obbligo da parte di tutte le Direzioni di predisporre una sezione per l’esclusiva accoglienza e/o cura dei detenuti nuovi giunti che, in alcuni istituti regionali, anche di rilievo, vengono ancora destinati ai reparti detentivi ordinari, cosa che riteniamo grave e molto rischiosa. Si sollecita, infine, l’adozione delle misure necessarie a monitorare costantemente le condizioni di salute di tutto il personale”.

Ambra Notari

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)