Coronavirus, Iss: con il caso in Germania le misure non cambiano
L'eventualità che anche in Europa si verifichi un contagio secondario, era fra quelle ritenute possibili, e non comporta un cambiamento delle misure. Parte da questa constatazione il commento del direttore del Dipartimento di malattie infettive, dell'Istituto superiore di sanità
ROMA - "L'eventualità che anche in Europa si verifichi un contagio secondario, dovuto cioè al contatto con una persona infetta, come avvenuto oggi in Germania, era fra quelle ritenute possibili, e non comporta un cambiamento delle misure da prendere per arginare l'epidemia già in atto". Parte da questa constatazione il commento di Giovanni Rezza, direttore del Dipartimento di malattie infettive, dell'Istituto superiore di sanità (Iss).
"Il contatto con persone provenienti dalla Cina, come in questo caso, non si può escludere, anche se è ancora presto per sapere con che frequenza e in che condizioni questo possa avvenire. L'importante è essere pronti a reagire con le misure di isolamento per le persone infette e di ricerca e monitoraggio di altri soggetti eventualmente a rischio. Il nostro paese- continua Rezza- prevede un primo screening all'arrivo in aeroporto, che è fondamentale, ma siamo pronti anche a intervenire in momenti successivi, con anche tutte le regioni che sono allertate. Per tutti i dubbi il ministero ha istituito il numero verde 1500, che risponde anche in cinese, e può dare le indicazioni del caso anche a chi ritiene di aver avuto contatti a rischio".
In queste ore, sottolinea Rezza, diversi ricercatori stanno dando una stima dei casi potenziali. "È ancora presto per avere delle curve epidemiche basate sull'insorgenza dei sintomi, quelle che abbiamo ora sono fatte invece utilizzando le notifiche, che possono arrivare anche a distanza di tempo dall'inizio dell'infezione. Sulla base di queste gli esperti fanno delle stime basandosi su dei modelli matematici che fanno delle assunzioni, e sono quindi passibili di errori. Nelle prossime settimane si dovrebbero avere dati più certi. Anche il numero di casi e di morti che viene reso noto in questi giorni è molto probabilmente sottostimato, anche perché quelli resi pubblici sono solo i casi confermati, mentre molti sospetti devono ancora essere analizzati e finiranno quindi nei 'conti' dei prossimi giorni anche se l'infezione è ancora in atto".
Il consiglio, conclude Rezza, è affidarsi a fonti affidabili per reperire le indicazioni su come comportarsi. "In queste ore come sempre succede stanno emergendo notizie infondate, oltre che le 'usuali' teorie complottiste. Il ministero della Salute e l'Iss hanno sui propri siti tutte le indicazioni che è possibile dare in questo momento sulla base dei dati scientifici di cui disponiamo".