Convenzione di Oviedo, appello della società civile italiana al governo: “No al protocollo”

“Reintroduce l’internamento come in era manicomiale e rilancia l’idea della pericolosità sociale del paziente psichiatrico”: una rete di organizzazioni si associa alla campagna internazionale.  Il 2 novembre il Comitato di Bioetica del Consiglio d’Europa chiamato a esprimersi se proseguire o meno l’iter

Convenzione di Oviedo, appello della società civile italiana al governo: “No al protocollo”

Una rete di associazioni italiane si associa alla campagna internazionale Withdraw Oviedo  e scrive al governo chiedono che l'Italia "si opponga all'adozione della bozza di protocollo alla Convenzione di Oviedo”. Il 2 novembre prossimo, infatti, il Comitato di Bioetica del Consiglio d’Europa sarà di nuovo chiamato a esprimersi se proseguire o meno l’iter del Protocollo Aggiuntivo Oviedo circa il trattamento e l’internamento coatti delle persone con disabilità mentali.

A sollecitare una decisione in questo senso la Società della Ragione, Altro Diritto, Osservatorio Stop OPG per la salute mentale, SOS Sanità, Fondazione Franca e Franco Basaglia, Antigone, Coordinamento Nazionale Salute Mentale, Rete Salute Welfare Territorio, Forum Droghe, Unasam (Unione Nazionale delle associazioni per la salute mentale), ConfBasaglia (Conferenza Permanente per la Salute Mentale nel Mondo), CILD (Coalizione Italiana per i Diritti e le Libertà Civili), Centro per la Riforma dello Stato, Club SPDC No Restraint, Parsec Consortium, Legacoopsociali, A Buon Diritto, l’Isola di Arran, CSM, Campagna Salute Mentale. Nei mesi scorsi le organizzazioni avevano inviato una nota sollevando la questione per sensibilizzare i referenti istituzionali. II testo del Protocollo, infatti, avrebbe dovuto essere votato nel maggio del 2021, ma spiegano le organizzazione "la votazione fu rinviata prendendo atto della vasta opposizione all’iniziativa, sia da parte del mondo delle Ong, sia da parte degli organismi internazionali di tutela dei diritti umani. Anche l'Assemblea Parlamentare del Consiglio d'Europa si è espressa contro il Protocollo Aggiuntivo".

“Il testo e lo spirito della bozza di protocollo aggiuntivo alla Convenzione di Oviedo, oltre a violare la Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, contrasta con la legge 180/1978. – scrivono le organizzazioni - Questa legge, ribadendo il principio generale della volontarietà del trattamento per i pazienti psichiatrici, stabilisce un’unica procedura, sottoposta a chiari limiti, anche temporali, per l’esecuzione di trattamenti involontari (Tso), con precise garanzie per il paziente. Al contrario, il testo del protocollo aggiuntivo reintroduce l’internamento (Involuntary placement), come in era manicomiale. Inoltre, rilancia l’idea della pericolosità sociale del paziente psichiatrico (che infatti sarà internato con provvedimento giudiziario), e non pone alcun limite temporale al trattamento e all’internamento involontari. In più, legittima e rilancia la contenzione."

Le associazioni chiedono che l'Italia "si opponga all'adozione della bozza di protocollo alla Convenzione di Oviedo, facendo proprie le indicazioni dell’Assemblea Parlamentare, contenute nella raccomandazione 2158 del 2019: in essa l’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa chiede il ritiro del Protocollo Aggiuntivo per procedere in alternativa alla redazione di linee guida per incrementare le buone pratiche a sostegno del trattamento volontario, la via più sicura per ridurre e in prospettiva eliminare la coercizione nei servizi di salute mentale."

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)