Consiglio d’Europa: Petito (Un. Sussex), religioni possono essere risorsa strategica per curare la cultura democratica
“Chiarezza, impegno e profondità” sono tre atteggiamenti che ci si attende dai rappresentanti delle religioni che si riuniscono oggi a Berlino, nel contesto della conferenza organizzata dal Consiglio d’Europa “Come l’impegno interreligioso può aiutare a rinvigorire le democrazie europee?”.
Secondo Heiner Bielefeldt, già relatore speciale all’Onu per la libertà di religione e credo, serve chiarezza “per sostenere le democrazie. Non sempre le religioni lo sono state. Oggi molti leader religiosi sostengono i leader autocratici”, ha continuato Bielefeldt. “Impegno” – ha poi richiamato – nel senso che “è importante che le comunità facciano uso della spazio di libertà religiosa che hanno per parlare anche a difesa della democrazia, insieme alle religioni e alle associazioni non religiose”. E infine serve “profondità: una crisi profonda”, come quella che vive la democrazia oggi, “richiede risposte profonde. Non bastano strategie di marketing, ma serve capire dove è il problema. L’insegnamento religioso può dare radici profonde al tema cruciale per la democrazia nel rispetto per la dignità umana”. Fabio Petito (docente di Religioni e affari internazionali, Università di Sussex), a cui è affidato il compito di moderare il confronto tra i rappresentanti delle religioni, ha introdotto lo scambio sottolineando come la richiesta che “oggi è sul tavolo segnala un importante cambio di prospettive da parte dei governi e delle istituzioni internazionali”. Mentre di solito “la religione è considerata parte del problema” ha affermato Petito, “oggi si pongono le religioni come parte della soluzione e ci si domanda come le religioni possano essere risorsa strategica per curare la cultura democratica”.