Commissione preparatoria. Il suo compito è definire i temi per il Sinodo
La formazione dei commissari è iniziata il 15 settembre. Studieranno il contesto in cui vive e opera la Chiesa, la Parola e i documenti del Magistero, la fisionomia della comunità cristiana, la fede incerta... All’Assemblea sinodale affideranno quanto “raccolto”
È partito il 15 settembre il percorso di formazione per la Commissione preparatoria del Sinodo diocesano. Ma... quali sono gli obiettivi principali che il vescovo Claudio e la segreteria del Sinodo hanno fissato per questa iniziativa? «La Commissione preparatoria ha il compito di definire i temi del Sinodo – spiega don Giampaolo Dianin, membro della segreteria – Si preparerà a questo seguendo due percorsi: gli incontri di formazione per entrare in alcune questioni messe a fuoco dalla stessa commissione nell’incontro dello scorso giugno e, secondo, raccogliendo tutto quanto arriverà dal primo ascolto nelle parrocchie e nelle diverse realtà della Diocesi. Grazie a questi due percorsi tra aprile e maggio 2022 sarà in grado di scrivere un “instrumentum laboris” che presenterà le questioni e i temi da trattare nel Sinodo».
Si tratta di un percorso impegnativo, nel quale i commissari nominati dal vescovo sono chiamati ad approfondire e a studiare il contesto e la vita della Chiesa. Quali criteri vi siete dati nella scelta dei temi e dei consulenti che guideranno gli incontri?
«I temi, come dicevo, sono stati scelti insieme alla commissione lo scorso 16 giugno. Affronteremo il contesto nel quale la Chiesa oggi vive e opera; studieremo la Parola e i documenti del Magistero, i criteri per decidere nella Chiesa; la fisionomia della comunità cristiana; la fede incerta e la questione del linguaggio. Sono temi molto vasti ma sono incroci ineludibili».
Scorrendo il calendario degli eventi formativi, si incontrano temi centrali come il processo decisionale nella Chiesa, l’essere comunità cristiana nel tempo dell’individualismo e della globalizzazione e la seria questione del linguaggio. Sfide centrali per la vita futura della Chiesa, nelle quali gli organismi e le comunità sono chiamati a crescere facendo i conti con i decenni accelerati che viviamo a livello sociale, anche per l’avvento dei social network e della pandemia in atto.
«La Commissione non deve elaborare delle soluzioni che spettano al Sinodo, deve solo sviluppare ciascuno di questi temi per consegnare all’Assemblea sinodale non dei titoli ma delle questioni approfondite nei loro contenuti e nelle domande che pongono alla Chiesa. Non è detto che saranno questi i temi del Sinodo, anche se certamente riteniamo centrale la domanda sulla parrocchia, sulla corresponsabilità nella Chiesa, sul linguaggio e sulla figura di una Chiesa non chiusa in se stessa ma missionaria, o, come dice papa Francesco, “in uscita”».
Quale metodo di lavoro è stato scelto per rendere protagonista la commissione e per fare in modo che davvero possa essere pronta nel suo compito di individuare i temi del Sinodo a partire da quanto emergerà negli spazi di dialogo?
«Ci aiuteranno vari relatori ma solo per dare degli stimoli alla commissione che sarà la protagonista della riflessione e del discernimento su questi temi. E poi da febbraio arriveranno i contributi del primo ascolto che, immagino, saranno perle preziose per definire i temi del Sinodo. Il confronto sui punti di rottura, sui germogli e sulla visione di Chiesa, saranno un riferimento essenziale. A oggi abbiamo 1.500 facilitatori che parteciperanno alla formazione, ma contiamo di arrivare a duemila; a loro il compito di attivare gli spazi di dialogo e il primo ascolto. Già questo dato ci aiuta a farci un’idea delle persone che parteciperanno a questo avvio del cammino sinodale».
In questo percorso ci saranno anche dei momenti pubblici aperti al tutta la Diocesi come occasione formativa e di condivisione del cammino sinodale?
«Abbiamo scelto due temi da affrontare in due incontri aperti a tutta la Diocesi: “Da una Chiesa autoreferenziale a una Chiesa missionaria” e “Spiritualità, fede, umanità, nuove mappe per chi è in ricerca”. Da una parte, quindi, il volto missionario della Chiesa e dall’altra la questione di una fede capace di incontrare gli affetti, la fragilità, la politica, l’economia, l’educazione».
Previsti due momenti per tutta la Diocesi
Sono previsti, nel percorso verso il Sinodo diocesano, anche due momenti aperti a tutta la Diocesi. Questi i temi individuati: “Da una Chiesa autoreferenziale a una Chiesa missionaria” e “Spiritualità, fede, umanità, nuove mappe per chi è in ricerca”. «Da una parte, quindi, il volto missionario della Chiesa – sottolinea don Dianin – e dall’altra la questione di una fede capace di incontrare gli affetti, la fragilità, la politica, l’economia, l’educazione».