Cittadella. Grazie per suor Maria Carola Cecchin, dopo la beatificazione

Cittadella. Messa di ringraziamento, domenica scorsa, per la beatificazione della religiosa con il card. Parolin: «Ha tradotto in Vangelo in azioni concrete»

Cittadella. Grazie per suor Maria Carola Cecchin, dopo la beatificazione

Domenica 21 maggio una comunità intera si è riunita nel Duomo di Cittadella per ringraziare il Signore della beatificazione di suor Maria Carola Cecchin. Questa missionaria, vissuta dal 1877 al 1925, dedicò l’intera vita al supporto delle comunità indigene del Kenya, i più poveri tra i poveri. Beatificata il 5 novembre scorso nel Paese africano, nella celebrazione di domenica ne è stata ricordata l’opera. Tanto che a presiederla c’era il segretario di Stato vaticano, il card. Pietro Parolin, insieme al parroco don Luca Moretti. «È la prima beata cittadellese, che in questa chiesa fu battezzata con il nome di Fiorina» ha esordito don Luca Moretti, a rimarcare il legame tra suor Carola e le proprie origini. Un legame che non cancella il ruolo della Piccola casa della Divina Provvidenza di Torino, il Cottolengo, nella formazione di questa religiosa: fu proprio lì a prendere i voti nel 1899, dopo un’esperienza nell’istituto delle Dorotee di Vicenza. Per questo era presente alla messa anche una rappresentanza della congregazione. La partenza per i villaggi kenioti sarebbe stata di poco successiva, nel 1905. Qui le fu possibile realizzare il proprio progetto di vita, fino alla morte prematura vent’anni dopo per un’infiammazione, nel viaggio di ritorno verso le natie terre. Il come e il perché lo ha fatto presente direttamente il card. Pietro Parolin: «Carola ha tradotto il Vangelo in azioni concrete. È la traduzione più impegnativa, ma spesso anche la più bella. Perché parla a tutti, anche a me». E stimola alla comprensione di altri aspetti. «La santità scorre lungo le nostre vite, anche se talvolta le nostre fragilità ci fanno credere di essere fatti di una pasta diversa». Forse in tutto questo ha influito la stessa provenienza di Carola. «Era
espressione della gente veneta: metodica, discreta, operosa e pronta al sacrificio, senza far clamori o cedere all’ostentazione». E se lo ha detto un cardinale originario di Schiavon, nel Vicentino, se ne capisce il valore. Lo stesso Parolin ha aggiunto riflessioni teologiche dai risvolti molto pratici. «Forse si può provare un senso di abbandono quando pensiamo all’ascensione del Signore, che celebriamo questa domenica, e vediamo i mali del mondo che restano. Probabilmente anche suor Carola si sentì abbandonata in qualche frangente della sua vita, ma fu proprio questo a rendere la sua fede più cristallina». Un passaggio che può diventare un esempio per tutti i fedeli: «Non dobbiamo mai abbatterci nei momenti di smarrimento». Su questa scia si inserisce lo spirito missionario: «È il segno tangibile dell’amicizia con Cristo. Si sente il bisogno di comunicarlo e di fare nuovi discepoli, seguendo l’autentica missione del maestro di Nazareth che passava a salvare le anime».

Conselve

Sabato 3 giugno, alle 21 nel Duomo di San Lorenzo Martire a Conselve, si tiene un concerto d’organo con il maestro Simone Gheller. Le note sacre – di Percy Whitlock (Sonata per organo in do minore) e Louis Vierne (Sinfonia per organo no. 5 in la minore) – accompagnate da un approfondimento di don Giulio Osto, teologo, saranno dedicate a mons. Paolo Doni, scomparso l’8 aprile, che è stato arciprete di Conselve da settembre 2000 a luglio 2007. La serata è a ingresso libero.

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)