Catechisti dei catecumeni: comincia la scuola

Parte l'1 dicembre la scuola di formazione per catechisti dei catecumeni: un percorso per approfondire i contenuti fondamentali della fede e la conoscenza dell'impianto catecumenale.

Catechisti dei catecumeni: comincia la scuola

Data l’importanza che il catecumenato riveste per la Chiesa, anche la diocesi di Padova si è “attrezzata” affinché i catecumeni siano accompagnati da cristiani adeguatamente formati: nasce così alcuni anni fa la Scuola per catechisti dei catecumeni. Vi accedono principalmente catechisti a cui i parroci hanno affidato il compito di seguire i catecumeni della propria parrocchia.

«La scuola inizia quest’anno il 1° dicembre – spiega don Gianandrea Di Donna, direttore del Servizio diocesano per il catecumenato – e ha principalmente due finalità: innanzitutto i catechisti vengono formati nella conoscenza dei contenuti fondamentali della fede, quindi la teologia trinitaria, la cristologia, l’ecclesiologia, i sacramenti, la vita morale, il significato della preghiera e alcuni aspetti di ordine più pedagogico per essere capaci di una mediazione didattica che si deve fare con questi adulti (gli incontri sono tenuti da Elide Siviero). Poi la conoscenza dell’impianto catecumenale, che è abbastanza articolata, e va ben compresa in tutte le sue sfaccettature. Di questa parte mi occupo io».

Di cosa parliamo quando diciamo “catecumenato”? Il greco katechéo (traslitterato), da cui catechesi e catecumeno, significa “far risuonare”, “istruire a voce”. Quindi il termine catecumenato fa riferimento a un periodo di evangelizzazione, di accompagnamento e catechesi (della durata di circa due anni) ritmato da riti liturgici che ne caratterizzano il cammino (il rito di ammissione, di elezione fino a giungere alla celebrazione dei sacramenti dell’iniziazione cristiana: il battesimo, la confermazione e l’eucarestia celebrati nella veglia pasquale), ai quali va aggiunto un periodo successivo, detto della mistagogia: approfondendo il senso della fede nella scoperta dei doni ricevuti, il neofita comincia a viverli nella vita personale ed ecclesiale.

«La logica del catecumenato – sottolinea don Di Donna – non è quella di un percorso catechistico né di un procedimento giuridico, ma porta con sé il pensiero di attuare in modo visibile la libertà di un uomo che si mette in relazione con Dio. È importante far emergere, anche nelle scelte di vita, la gioia ricevuta da Gesù Cristo che è l’autore della chiamata alla conversione, entra nella vita delle persone e converte in modo che questa libertà aderisca a Dio».

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