Bambini in ospedale, uno dei due genitori deve aspettare fuori. “La normalità ancora non c'è”

Le regole sono ancora rigide: garantita la presenza costante di un genitore, l'altro però resta fuori. La compresenza non è mai possibile. Al Bambino Gesù ancora sospese anche le visite (che riprendono al Mayer e al Gaslini): “600 posti letto, l'affluenza è molto alta. Ma abbiamo alloggi gratuiti per il secondo caregiver: ospitate 4 mila persone nel 2020”. Ripartono scuola e volontariato

Bambini in ospedale, uno dei due genitori deve aspettare fuori. “La normalità ancora non c'è”

Un genitore è sempre accanto, l'altro resta fuori. A prendersi cura del bambino ricoverato c'è la mamma, o il papà. E le visite non sono possibili: né parenti, né amici. Sono le regole, ancora rigide, che l'Ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma si è dato, per garantire la sicurezza in un luogo di “grande affluenza e grande fragilità”, ci spiegano i responsabili. Le ultime disposizioni sono state pubblicate pochi giorni fa sul sito dell'ospedale e confermano quanto era in vigore in piena pandemia: “È opportuno che per ogni bambino o ragazzo ci sia un solo accompagnatore. Questa regola ci consente di mantenere l'Ospedale non affollato. Ci rendiamo conto che può essere una misura difficile da rispettare, ma è fondamentale per garantire la sicurezza di tutti”, si legge. Sempre per garantire la sicurezza, “sono, inoltre, sospese le visite di parenti e amici a bambini e ragazzi ricoverati”. É invece “sempre garantito a un genitore di restare accanto al proprio figlio durante il periodo di ricovero”, così come è possibile “ il cambio tra i genitori, sempre con Certificazione Verde o tampone negativo e solo in accordo con il personale sanitario di reparto”.

Regole rigide, che dimostrano come “per i bambini in ospedale la normalità ancora non ci sia – spiega Lucia Celesti, responsabile Accoglienza dell'ospedale - La qualità della vita per le persone ricoverate non è migliorata, soprattutto per i bambini: non solo può esserci accanto a loro solo un genitore, ma non ricevono neanche più visite di bambini e parenti. Per garantire sicurezza, ci sono restrizioni che sono causa di dispiacere e disagio. Possono esserci eccezioni, ma solo in rari casi di estrema gravità. E' sempre possibile, soprattutto per i lunghi ricoveri, il cambio tra i genitori, mentre non è previsto alcun momento di compresenza. Ci rendiamo conto di quanto questo pesi non solo sui bambini, ma anche sui caregiver, producendo una condizione di solitudine e fatica. Ma l'ospedale ritiene che sia d'obbligo la cautela, visti anche gli altissimi numeri: 600 posti letto nelle due sedi principali. Contando un genitore fisso per ogni bambino, si capisce che parliamo di numeri davvero alti”.

In compenso, “la vita all'interno dell'ospedale per i pazienti ricoverati sta gradualmente ripartendo: “Sono tornati gli insegnanti, mentre lo scorso anno la scuola in ospedale era solo a distanza. E sono ripartite anche alcune attività di ludoterapia. Certo, il problema degli accompagnatori esiste: per quanto noi informiamo le famiglie prima che arrivino, spesso si presentano bambini accompagnati da entrambi genitori, anche per le visite: con cortesia e delicatezza, dobbiamo spiegare che uno dei due aspetterà fuori”. E chi aspetta fuori, se viene da lontano e prevede una permanenza lunga, qui può contare su un sistema di pernottamenti gratuiti, presso le case di accoglienza del Bambino Gesù: “Un servizio che non si è mai fermato – ci spiega ancora Celesti - Nel solo 2020, abbiamo ospitato quasi 4 mila famiglie e offerto circa 100 mila notti nelle strutture gestite dalle nostre associazioni”.

A Genova e Firenze, riprendono le visite

In altri ospedali pediatrici, intanto, le regole si sono allentate: da un paio di settimane al Mayer di Firenze sono riprese le visite, seppur con limiti ben definiti nel regolamento: “Oltre al genitore/ accompagnatore potrà accedere un solo visitatore al giorno per ciascun paziente ricoverato. Deve essere maggiorenne e in possesso di Green Pass.

Le visite vengono effettuate esclusivamente nella fascia oraria 18.00 - 18.30 e alla conclusione dell’orario di visita è obbligatorio uscire dall’ospedale. L’accesso dei visitatori non è consentito in TIN, Rianimazione, Subintensiva, Day Hospital medico, Day Surgery ed aree Covid. Indicazioni diverse, con cambio dei genitori, valgono per i ricoveri lunghi e nell’area critica (Rianimazione, Terapia intensiva neonatale, Sub-intensiva)”. Anche per quanto riguarda le visite, nell'ospedale pediatrico fiorentino “l’accesso agli ambulatori da parte del secondo genitore/ visitatore avviene su richiesta del medico/sanitario quando la situazione clinica lo richiede, senza richiesta di Green Pass se la visita è urgente o la necessità è insorta durante la visita, con esibizione di Green Pass se si tratta di visita programmata”.

Verso una nuova normalità, ma resta la cautela

Anche al Gaslini di Genova, le visite sono nuovamente possibili: come si legge nelle disposizioni pubblicate sul sito, posto che “consentita la presenza di un solo accompagnatore”, tuttavia “per ogni paziente sarà ammesso un unico visitatore al giorno, per un periodo massimo di 20 minuti”.

E' possibile che anche al Bambin Gesù le regole inizino ad allentarsi, ma “la gradualità e la cautela sono d'obbligo, per la tutela della salute e della sicurezza dei nostri pazienti – afferma ancora Lucia Celesti – Il cambiamento però è costante e continuo: basti pensare che il protocollo sanitario per la gestione del Covid, da inizio pandemia, è alla 26a edizione. E' frutto di un costante lavoro di verifica, che tiene conto da un lato delle indicazioni normative, dall'altro della realtà che ci troviamo davanti agli occhi”.

Chiara Ludovisi

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)