2 febbraio, Giornata mondiale della Vita consacrata. Stimolo per tutti i battezzati

Vita consacrata. Il 2 febbraio, festa della Presentazione del Signore, è la 27a Giornata mondiale. In Diocesi la celebrazione si tiene sabato 4 in Cattedrale, presieduta dal vescovo Claudio

2 febbraio, Giornata mondiale della Vita consacrata. Stimolo per tutti i battezzati

È la 27a Giornata mondiale della vita consacrata quella che si celebra il 2 febbraio, festa della Presentazione del Signore. «Una celebrazione significativa perché nel suo ripetersi annuale fa sentire tutti figlie e figli della stessa
chiesa locale – evidenzia don Antonio Oriente, delegato vescovile per la vita consacrata – Dice, poi, che le consacrate e i consacrati sono persone che danno totalmente la loro vita per seguire Cristo. Sono segno, stimolo per tutti i battezzati». Nella nostra Diocesi la celebrazione si terrà sabato 4 febbraio alle 10 in Cattedrale, presieduta dal vescovo Claudio. Nella processione di inizio si ricordano gli anniversari di consacrazione e dopo l’omelia i religiosi rinnovano i voti di povertà, obbedienza e castità. Poi, all’offertorio, è coinvolta la comunità femminile religiosa del Burundi presente in Diocesi. «È un modo per dire grazie della loro testimonianza e del loro annunciare il Vangelo e per l’impegno nelle attività pastorali delle parrocchie dove risiedono» spiega don Oriente. Alla fine della messa il vescovo consegna ai superiori il testo della sua omelia, segno del cammino intrapreso fra Diocesi e vita consacrata. «È importante che la Chiesa locale sia vicina alla vita consacrata attraverso la mia figura di delegato del vescovo e con i preti delle parrocchie. Si stanno creando diversi momenti di scambio, conoscenza e anche collaborazioni più organiche in alcuni settori, come ad esempio negli uffici diocesani. Le aspettative della vita consacrata vanno proprio in questa direzione: nel desiderio sincero di un maggior collegamento fra di loro e con la Chiesa locale». Un esempio concreto è la presenza nel Sinodo diocesano: rispetto alle tre dimensioni – la conversione in chiave missionaria della pastorale, lo stile fraterno delle parrocchie e l’inculturazione del Vangelo – i consacrati possono portare la loro esperienza e riversarla poi nel cammino. «In una omelia di alcuni anni fa, il nostro vescovo – conclude don Oriente – ha sottolineato che la vita consacrata ha molto da insegnarci sulla dimensione della fraternità. La vita consacrata può aiutare la Chiesa e la società intera dando testimonianza di fraternità, è annuncio profetico, modo di evangelizzare. Ora si tratta di passare a modalità più pratiche al fine di far sentire i consacrati sempre più parte della vita diocesana, imparando anche molto da loro. In questo mio primo anno nel servizio di delegato posso sottolineare tre parole chiave: vicinanza, che mi ha portato all’ascolto attento e poi alla valorizzazione dei carismi. Diocesi e vita consacrata hanno molto in comune, a partire dalla fatiche e difficoltà di oggi, come l’anzianità, la crisi delle vocazioni o la gestione di strutture grandi, ma vedo anche molta vitalità e speranza teologale. È comunque un tempo di grazia».

A San Daniele

Nel monastero delle monache benedettine di San Daniele, ad Abano Terme, il 27 dicembre c’è stata anche un’altra professione solenne, quella di suor Maddalena Rizzi. Oltre al vescovo Claudio erano presenti anche i
monaci di Praglia. «Una celebrazione raccolta ma molto suggestiva – racconta don Oriente – allietata dai canti delle
monache e dei monaci e resa molto emozionate quando suor Maddalena ha cantato la sua professione solenne al Signore».

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