Violenza, Samengo (Unicef): l'Italia non resti senza un piano

L'Unicef Italia chiede "che a scadenza dell'attuale Piano nazionale contro la violenza (2017-2020) il Paese non rimanga sprovvisto di questo importante strumento di pianificazione e che maggiore spazio sia dato alle politiche di settore dedicate all'infanzia e all'adolescenza”

Violenza, Samengo (Unicef): l'Italia non resti senza un piano

"Nell'ambito del documento “Infanzia e adolescenza ai tempi del coronavirus, le proposte dell'Unicef Italia per l'emergenza e per il post emergenza” presentato all'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, sul tema della violenza, l'Unicef Italia ha apprezzato, in questa fase di emergenza, il potenziamento della Campagna di comunicazione sul numero 1522 condotta dal ministero della Famiglia e delle Pari opportunità". Così Francesco Samengo, presidente dell'Unicef Italia, in una nota. "In parallelo è necessario potenziare la capacità di presa in carico integrata da parte dei servizi sociosanitari e legali in questo momento così delicato (anche mediante forme di tutela di prossimità, così come indicati nelle raccomandazioni Onu)", aggiunge Samengo.

Ciò detto, nel post emergenza l'Unicef Italia chiede "che a scadenza dell'attuale Piano nazionale contro la violenza (2017-2020) il Paese non rimanga sprovvisto di questo importante strumento di pianificazione- prosegue Samengo- e che maggiore spazio sia dato alle politiche di settore dedicate all'infanzia e all'adolescenza, anche attraverso una raccolta dati consolidata e interventi di formazione degli operatori che seguano approcci olistici e omogenei sul territorio nazionale, anche tenendo in considerazione gli standard internazionali".

Infine, aggiunge il presidente dell'Unicef Italia, "colgo anche l'occasione per ringraziare - per l'incessante lavoro svolto - i diversi gruppi tematici (composti da rappresentanti di istituzioni e associazioni), che, all'interno dell'Osservatorio nazionale per l'infanzia e l'adolescenza, con una metodologia condivisa e partecipata, stanno affrontando questo ed altri temi legati all'emergenza e post-emergenza da Covid-19".

Secondo un recente Rapporto Istat, ricorda la nota del presidente dell'Unicef Italia Francesco Samengo, il 69% delle donne vittime di violenza che si rivolgono al numero verde 1522 - messo a disposizione dal Dipartimento pari opportunità della presidenza del Consiglio - dichiarano di aver figli, di cui il 59% minori. Nel 62% dei casi le vittime affermano che i figli hanno assistito alla violenza e, nel 18% dei casi, dichiarano che essi la hanno anche subita.

La percentuale di vittime che dichiarano episodi di violenza assistita passa dal 57,5% (sul totale delle vittime con figli per anno) al 67,4 %. Ancora più drammatica appare la crescita di percentuale di coloro che dichiarano che gli episodi di violenza si siano rivolti anche ai minori. Il numero delle vittime che afferma che la violenza subita ha riguardato anche i figli passa da 836 a 1.084.

Durante il lockdown sono state 5.031 le telefonate valide al 1522, il 73% in più sullo stesso periodo del 2019. Le vittime che hanno chiesto aiuto sono 2.013 (+59%). Le denunce per maltrattamenti in famiglia sono diminuite del 43,6%, quelle per omicidi di donne del 33,5%, tra le quali risultano in calo dell'83,3% le denunce per omicidi femminili da parte del partner. (DIRE)

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)