Una preghiera laica. Il premio giornalistico 2023 “Montale Fuori di Casa”
Leggere il giornale cartaceo è un esercizio sempre meno diffuso, sono le pagine elettroniche a prendere il sopravvento con i loro linguaggi e i loro ritmi.
“Il giornale è un’opera viva e soprattutto collettiva. Ci accompagna nelle nostre giornate, è l’hegeliana preghiera laica del mattino ma ci fermiamo poco a pensare a quanto per un prezzo così piccolo, ogni giorno offriamo alla nostra comunità di lettori: 40 pagine e più, frutto del lavoro immane di tanta gente, in un rilevante esercizio di passione e sforzo di pensiero”. Lo ha affermato nei giorni scorsi Massimo Giannini direttore del quotidiano La Stampa nel ricevere, per la sezione giornalismo, il premio “Montale Fuori di Casa”, un riconoscimento a ogni uomo che ha saputo e sa leggere il futuro del mondo mentre vive e legge il presente.
In passato il premio nato nel 1996 è andato anche a Paolo Mieli, Ferruccio de Bortoli, Luciano Fontana e Marco Tarquinio.
Anche questa è stata un’occasione per rilanciare la domanda sul domani dell’informazione e della comunicazione coinvolte in trasformazioni sociali, culturali e tecnologiche.
Leggere il giornale cartaceo è un esercizio sempre meno diffuso, sono le pagine elettroniche a prendere il sopravvento con i loro linguaggi e i loro ritmi.
Stanno venendo meno presidi di libertà e di democrazia come sta a segnalare il continuo chiudersi di edicole nelle vie e nelle piazze? Anche i giornali stanno rischiando di diventare beni di consumo esposti accanto ad altri nei supermercati?
E quale allora può essere allora il senso di un “rilevante esercizio di passione e sforzo di pensiero”?
Le domande sono molte e c’è anche quella sul rapporto tra giornale e “preghiera laica del mattino”, espressione che Massimo Giannini riprende da un pensiero del filosofo Friedrich Hegel.
Non sorprende questo richiamo alla dimensione spirituale, indica una sensibilità che senza rimuovere la diversità tra credenti e non credenti conferma la dimensione spirituale della vita di ogni essere umano.
Apre la porta al dialogo tra pensanti e non pensanti nel cogliere messaggi che partendo dalla cronaca arrivano alla porta della coscienza.
Entra in campo la sfida tra la lentezza richiesta dal foglio cartaceo e la velocità imposta dal foglio elettronico. Serve una contaminazione non una contrapposizione per una crescita culturale.
La sfida è quella di andare fuori di casa ed entrare in uno spazio dove condividere con altri “un rilevante esercizio di passione e uno sforzo di pensiero” per ascoltare, pensare e raccontare. Una sfida che non è solo per i comunicatori di professione perché l’informazione come la comunicazione sono diritto e dovere, sono dono e responsabilità di ogni essere umano. La sfida è tenere vivo il desiderio e il senso della preghiera: gli aggettivi vengono dopo.