Scuola, palestra di rispetto. Il mondo scolastico resta l’ambiente più adatto e organizzato per promuovere valori e cultura del rispetto
I fenomeni di bullismo e violenza tra i ragazzi – nelle scuole, ma anche fuori – sono una vera e propria emergenza della nostra società.
Dopo le ultime vicende di cronaca scolastica su promozioni e voti in condotta discussi e discutibili (leggi, ad esempio i casi di Rovigo e Abbiategrasso), l’auspicio era che intervenisse direttamente il ministro Valditara. Cosa che si è puntualmente verificata, prima con l’avvio di ispezioni, poi con una revisione di scrutini e valutazioni.
Era non solo auspicabile, ma inevitabile, viste le situazioni diverse venutesi a creare all’interno dello stesso sistema scolastico e soprattutto i temi delicati sotto i riflettori: bullismo, violenza, rispetto delle persone e delle istituzioni.
Il fatto è che – senza entrare nel merito delle motivazioni, tra l’altro legate a fattori tanto diversi e intrecciati – i fenomeni di bullismo e violenza tra i ragazzi – nelle scuole, ma anche fuori – sono una vera e propria emergenza della nostra società e senza dubbio la scuola non solo può, ma deve farsene carico. Il mondo scolastico resta – piaccia o meno – l’ambiente più adatto e organizzato per promuovere valori e cultura del rispetto, dell’inclusione, della promozione di relazione positive tra i più giovani e in generale tra le generazioni.
In questa direzione vanno le parole del Ministro che nei giorni scorsi si è incontrato con lo staff tecnico del ministero per la lettura della relazione conclusiva dei lavori degli esperti dedicati al tema del bullismo (al Ministero era al lavoro un apposito “tavolo” con professionisti di diversa estrazione). “Al fine di ripristinare la cultura del rispetto, di contribuire ad affermare l’autorevolezza dei docenti e di riportare serenità nelle nostre scuole abbiamo deciso di intervenire su tre direttrici”, ha spiegato Valditara, alludendo a tre strade da percorrere con appositi provvedimenti: ridare valore al comportamento dello studente e al voto di condotta; modificare l’istituto della sospensione; definire presupposti, termini e contenuto delle attività di cittadinanza solidale.
Del voto di condotta si è già ampiamente parlato, anche perché era sotto i riflettori dopo i casi di Rovigo e Abbiategrasso. La “direttrice” ministeriale – ha precisato Viale Trastevere – spiega tra l’altro che tale voto va riferito “a tutto l’anno scolastico”, ribadisce l’attenzione “a eventuali atti violenti o di aggressione” verso insegnanti, personale scolastico e studenti. Non solo: anche nelle “medie” verrà ripristinata la valutazione del comportamento, in decimi e tale da far media con gli altri voti. Valutazione che nelle superiori “inciderà sui crediti per l’ammissione all’Esame di Stato”, precisa sempre il Ministero.
A proposito delle sospensioni la strada suggerita è quella non dell’allontanamento dalla scuola, misura ritenuta “del tutto inefficace” se non controproducente, ma di “più scuola, più impegno e più studio”, con lavori guidati di approfondimento sui comportamenti scorretti e, nei casi più gravi, con “attività di cittadinanza solidale presso strutture convenzionate”.
Queste ultime riguardano poi il contenuto della “terza direttrice”: “Nel caso di sospensione superiore ai 2 giorni – spiega sempre il Miur – se verrà ritenuto opportuno dal consiglio di classe, l’attività di cittadinanza solidale potrà proseguire oltre la durata della sospensione, e dunque anche dopo il rientro in classe dello studente, secondo principi di temporaneità, gradualità e proporzionalità”.
La strada (le strade) è tracciata. Ora toccherà ai singoli istituti tradurre, nella loro autonomia le indicazioni centrali. Certo nessuno potrà girarsi dall’altra parte.