Per scardinare la disuguaglianza. La crescita delle disuguaglianze nella società mondiale
L’attuale andamento ci insegna che l’accumulo di ricchezza non si redistribuisce per semplice contagio.
La disuguaglianza potrebbe essere considerata come un’idra dalle molte teste: la disparità di genere, la diversa distribuzione delle opportunità di cui ogni persona può disporre, la differenza nei livelli di istruzione. Tra tutti l’indice che riesce ad acquisire una maggiore visibilità, forse perché fornisce una sintesi maggiore: è la disuguaglianza economica, o meglio l’indice reperibile per ogni Paese e che riesce a fornire un termine di confronto.
Ebbene, in questi ultimi decenni emerge la crescita della disuguaglianza in parallelo all’aumento della ricchezza mondiale. Questi dati sono forniti dal World social Report 2020 pubblicato dall’Onu, proprio nei giorni in cui si incontravano a Davos i potenti politici ed economici della terra.
Nel rapporto si afferma che l’1% della popolazione – concentrata in precisi Paesi del mondo Stati Uniti, Cina, Russia, Brasile, India e anche alcuni dell’Unione europea come l’Italia – dispone del 20% della ricchezza mondiale e che il patrimonio dei 2153 più ricchi è pari a quello di oltre 4,6 miliardi di persone.
Stiamo osservando un fenomeno molto particolare. Infatti, sebbene – rispetto al passato – stia crescendo il livello di istruzione dei più poveri, la loro attenzione alle cure mediche, come il loro reddito, il paragone con le persone che dispongono di maggiori risorse è impietoso. Tanta parte di disuguaglianza è dovuta alla qualità delle opportunità di cui si gode che finiscono per determinare un abisso tra le fasce di popolazione meno abbienti e quelle abbienti.
L’attuale andamento ci insegna che l’accumulo di ricchezza non si redistribuisce per semplice contagio. Oggi come ieri a Lazzaro non è sufficiente stare ai piedi della porta del ricco Epulone per poter aspirare a migliorare la propria condizione.
Come si è visto nel dibattito che si è svolto al World economic Forum di Davos, il controllo della tecnologia come delle risorse naturali e delle “connessioni” è determinante per governare lo sviluppo nel futuro.
L’aumento delle disuguaglianze a livello mondiale anche quando crescono livello di istruzione, sanitario e anche occupazionale ci insegna che per scardinare il trend non è possibile occuparsi di una sola testa dell’idra ma di affrontare il mostro tutto insieme. È dunque fondamentale coinvolgere i più svantaggiati all’interno dei processi che promuovono il cambiamento, in modo che possano rimanere agganciati al treno dello sviluppo.