Le sfide dell’AI. Può servire a scuola uno strumento come questo? Come l’intelligenza artificiale può interagire con i processi scolastici
I primi suggerimenti che vengono dagli esperti sono quelli di utilizzare le nuove risorse tecnologiche per ottimizzare i processi di progettazione dei materiali da utilizzare in classe.
Intelligenza artificiale. Il dibattito impazza, anche per quanto riguarda la scuola.
E’ inevitabile: le innovazioni tecnologiche non possono non avere conseguenze su tutti gli aspetti della nostra vita e a maggior ragione ne viene coinvolta la scuola che è luogo di vita per eccellenza: per le nuove generazioni in particolare (tra l’altro proprio quelle che dalle innovazioni verranno più significativamente provocate) ma anche per i meno giovani, perché l’ambito scolastico è proprio occasione di scambio tra giovani e adulti.
Così è stato – ed è tuttora per molti versi – per quanto riguarda l’introduzione del digitale nelle aule scolastiche: con discussioni accese, fughe in avanti e altrettante frenate, visto che pc, tablet, internet e smartphone sono sempre sotto i riflettori a proposito della didattica e delle sue trasformazioni. Ancora, in verità, sia pure dopo anni ormai di questioni, siamo in una fase di incertezza e senza soluzioni definitive. Vuoi perché mancano le infrastrutture e le strumentazioni, vuoi perché la richiesta di formazione in proposito non è stata del tutto evasa, vuoi perché ci sono risultati diversi e non sempre incoraggianti che vengono dalle sperimentazioni in atto, anche fuori dal nostro Paese.
Adesso è la volta dell’intelligenza artificiale. Cosa sia esattamente è difficile da capire, perché si tratta di una frontiera talvolta oscura e spesso fraintesa. Una luce però viene dal fenomeno conosciuto di ChatGPT, una “chat bot” che permette di raccogliere informazioni e ricevere risposte articolate sui temi più diversi. La cronaca se ne è occupata tra l’altro per l’uso fatto in alcuni concorsi, per la capacità del sistema informatico di rispondere ai quesiti e articolare temi complessi.
Servirebbe addentrarsi con competenza all’interno di questo ambiente, cosa che però non è possibile fare qui. Si può invece fare qualche riflessione sull’impatto “scolastico” di una tecnologia che lascia immaginare di poter sostituire l’impronta umana.
Può servire a scuola uno strumento come questo solo accennato? E più in generale, come l’intelligenza artificiale può interagire con i processi scolastici? Un segnale viene dalle riviste specializzate, che stanno già predisponendo corsi di formazione per la conoscenza e l’uso nella didattica dei nuovi mezzi messi a disposizione della tecnologia.
I primi suggerimenti che vengono dagli esperti sono quelli di utilizzare le nuove risorse tecnologiche per ottimizzare i processi di progettazione dei materiali da utilizzare in classe, con la possibilità di adattare le modalità di insegnamento/apprendimento alle differenti esigenze degli studenti. Senza dimenticare l’utilizzo per i processi di valutazione dei progressi scolastici. Come? E’ tutto ancora da vedere. Un fatto certo è che a oggi la scuola – e i suoi docenti anzitutto – non sembra essere preparata per far fronte alle nuove opportunità.
La sfida iniziale sarà quella della formazione del personale docente e non solo. Allenare – per dirla con un sorriso – prima di quella artificiale l’intelligenza “naturale” che resta la prima e necessaria risorsa nel mondo scolastico. Unita alla passione dell’educare che non immaginiamo ancora trasferibile a una app.