L'Italia appare abbastanza frammentata e poco coesa, priva di un orizzonte verso il quale proiettarsi
Una ricerca del Censis, intitolata “Verso un immaginario collettivo per lo sviluppo” cerca di individuare alcuni punti qualificanti per gli italiani.
Ci sono caratteristiche che accomunano i cittadini italiani in questo periodo un po’ complicato, pieno di urli e di esibizionismi? La nostra società appare abbastanza frammentata e poco coesa, priva di un orizzonte verso il quale proiettarsi, con fantasmi ideologici che sembrano riemergere, con diverse forze civiche e culturali simili a tanti rigagnoli, che si disperdono per mille rivoli invece di confluire in un unico punto.
Una ricerca del Censis, intitolata “Verso un immaginario collettivo per lo sviluppo” cerca di individuare alcuni punti qualificanti per gli italiani. Emergono alcune questioni attese e qualche elemento di novità che suggerisce una possibile strada.
Innanzitutto il giudizio sulla situazione attuale non appare buono rispetto al passato. In particolare in confronto allo scorso anno per il 48% degli intervistati la situazione è peggiorata e soltanto è dell’opinione opposta. Questa valutazione negativa si fonda soprattutto su due percezioni: da un lato il peggioramento della situazione economica che è osservato dal 55,4% dei cittadini e dall’altro lato la crescita della sensazione di insicurezza e del rischio di subire reati che è ritenuto più alto dal 42,3%. Secondo il Censis, quando le due percezioni si combinano – specialmente nei ceti sociali più vulnerabili – svilupperebbero un atteggiamento di rancore, che verrebbe poi riversato sui migranti, tanto che il 70% del campione sostiene che siano aumentati episodi di intolleranza e di razzismo. Inoltre la combinazione di insicurezza economica e sociale porta a disperare che l’Italia possa avviare un processo di crescita: solo il 20% dichiara che la condizione del paese possa migliorare.
Non c’è molta fiducia.
Tuttavia, emerge ancora dalla ricerca, rimane un nucleo di fiducia che si rintraccia in modo trasversale tra gli italiani: gli intervistati considerano affidabili gli scienziati (40,7%), il presidente della Repubblica (30,7%), il Papa (29,4%), le forze dell’ordine (25,5%). Sono le uniche quattro istituzioni che racolgono un singiifcativo consenso e sulle quali c’è un riconoscimento comune. I motivi sono due la capacità di offrire un’autorevolezza e la sensazione di vicinanza che trasmettono. Da questo nucleo fiduciario si potrebbe essere un primo punto su cui ripartire.
Dalla ricerca si può trarre un’ulteriore indicazione: c’è in nuce anche una direzione su cui puntare per avviare una ripartenza. Ci sono infatti due “grandi sogni” per gli italiani: da un lato la richiesta di sostegno alla meritocrazia, perché, per il 52,1% degli intervistati, chi è bravo non deve essere penalizzato, anzi deve essere sostenuto; dall’altro lato va promossa l’uguaglianza, per il 47,8% del campione, attraverso la riduzione delle disparità.