Governo. Fine della ricreazione. In questi mesi si spende e si spande, poi si tornerà in classe
Sta accadendo lo scenario peggiore che una famiglia debba affrontare: maggiori spese mentre le entrate si riducono e i debiti sono già al limite.
È come se l’intera Italia avesse acconsentito a fare una lunga ricreazione, in attesa che in autunno suoni la campanella: in questi mesi si spende e si spande, poi si tornerà in classe e si dovrà in qualche modo pagare il conto.
Già, ma quanto sarà salato? E di chi assumerà l’onere politico di farlo? Perché a distribuire si diventa estremamente popolari; a togliere, molto meno.
La cosa più interessante è un’altra: la serena accettazione da parte di tutti che le cose vadano proprio così. Oggi cicale, domani formiche. Oggi debiti, domani cinghia tirata. Chissà perché. E soprattutto: si pagherà “alla romana”? O qualcuno molto e qualcuno niente?
In teoria, la logica sarebbe stata diversa, nei piani governativi. Le grandi distribuzioni (pensioni a quota 100 e reddito di cittadinanza) si sarebbero ripagate grazie ad una crescita economica che non solo non si è vista (perché mai progettata), ma che proprio non ci sarà perché il Paese si sta avvitando in una spirale di recessione. Quindi sta accadendo lo scenario peggiore che una famiglia debba affrontare: maggiori spese mentre le entrate si riducono e i debiti sono già al limite.
Quindi si torna alla domanda iniziale: perché una primavera da cicale sconsiderate sarà poi pagata per lungo tempo? Dicono: è il volere dei cittadini-elettori. Ma la condotta dei buoni padri di famiglia dovrebbe arginare le richieste se non addirittura i capricci dei figli. Ad assecondarli, poi saranno guai per tutti e soprattutto per i figli!
Catastrofisti? È vero che – per non mandare in malora tutto – entrambe le regalìe governative sono state limitate nei fondi e (in teoria) nel tempo. Ma i conti pubblici stanno sballando, a fine anno mancheranno un sacco di soldi alla conta finale (la “sterilizzazione” dell’Iva non sarà argomento popolare ma vale decine di miliardi di euro spostati di anno in anno), chiederli ai nostri creditori potrebbe non solo essere azzardato, ma addirittura impossibile. Salvo soluzioni di finanza creativa per ora non immaginabili, o vecchi trucchi politici del tutto teorici (feroce e rapida guerra all’evasione fiscale, condoni a gogo, pseudo-vendite di immobili e beni pubblici), la strada maestra sarà una sola: una stangata fiscale tutta da immaginare sia nelle forme che nei destinatari.
Siccome è veramente difficile ipotizzare un ulteriore rincaro del costo del lavoro – già da record mondiale e foriero di produrre disoccupazione e ulteriore recessione – e all’indomani di una consistente regalìa fatta alle piccole partite Iva, c’è da ipotizzare che le “vittime” saranno gli immobili (ma anche introducendo l’Imu sulla prima casa non è che emergerà un tesoro) e, soprattutto, i nostri risparmi. Mmh…
E infine: chi farà la faccia scura agli italiani dopo la stagione del tutto a tutti? L’attuale maggioranza dovrebbe rimangiarsi tutto e forse di più; le opposizioni non desiderano intestarsi la parte dei feroci tassatori. Quindi?