Di fronte alle crisi. Il rinnovarsi del gesto d’amore e di fiducia di una vedova povera
Il piccolo libro del domenicano francese, Adrien Candiard edito dalla Libreria Vaticana: “Qualche parola prima dell’Apocalisse. Leggere il Vangelo in tempi di crisi”.
“La sola buona notizia da tutte queste crisi che stiamo attraversando è che ci rivelano la nostra povertà e la nostra impotenza. Ci fanno somigliare, tutti insieme, a quella povera vedova che non ha più da offrire i suoi successi tecnici e scientifici, la sua superiorità intellettuale e morale, la sua incredibile capacità produttiva”.
Da un piccolo libro del domenicano francese, Adrien Candiard, viene questo pensiero che accompagna lo sguardo sulle pagine di giornali e di video dove è narrata una disumanità che devasta persone, popoli e ambienti naturali. La violenza e il sopruso sono sia alla porta della propria casa che alla porta di case che non sono lontane.
Il titolo del breve saggio edito dalla Libreria Vaticana è: “Qualche parola prima dell’Apocalisse. Leggere il Vangelo in tempi di crisi”.
Il significato e il valore dell’obolo della vedova che viene proposto da padre Candiard nulla toglie a quello, ben noto, che esprime un grande gesto di amore ma al contrario lo completa con un’immensa fiducia verso chi riceve il piccolo dono. Sentirsi fragili e impotenti di fronte alle crisi nonostante le sicurezze elargite da scienza, tecnologia ed economia non è togliere valore ai progressi dell’intelligenza e dell’attività umane ma è prendere consapevolezza che non bastano queste conquiste per dissolvere dubbi, per rispondere alla domanda di felicità.
Nell’obolo della vedova si riassume il senso di impotenza di fronte alle crisi ma anche la volontà di capire che cosa le crisi abbiano detto e stiano dicendo a credenti e non credenti. C’è in più la ricerca di qualcuno che abbia parole di speranza, che non abbandoni l’uomo alla paura e alla tentazione del disimpegno.
Scrive Adrien Candiard: “Se la Parola di Dio non ha nulla da dirci rispetto ai pericoli che oggi affrontiamo allora che interesse ha?”
Già ma dove è la parola di Dio, che è parola viva?
È nel gesto d’amore e di fiducia della vedova che offre con consapevolezza la sua fragilità. È nei gesti di fraternità, di tenerezza, di passione per il bene comune di uomini e donne che pensano. È in gesti che parlano, che mandano messaggi, che non si spengono nel silenzio, che si oppongono alle urla dei potenti e al rombo delle armi.
Quanti si intrecciano in questi giorni mentre scorrono le notizie tristi sulle guerre, sulle violenze contro donne e bambini, sulle devastazioni dell’ambiente, sulle illegalità quotidiane!
Scoprire quei gesti è scoprire che Dio parla ravvivando la scintilla della verità che è nell’uomo, parla attraverso il rinnovarsi della grandezza di una vedova povera che consegna il suo obolo certa che sarà speso per il bene.