Biodiversità, Bologna (Wwf): “Se preserviamo la natura, preserviamo noi stessi”
Messaggio degli esperti in occasione del quarto rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia. “La pandemia da SARS-CoV-2 è una chiara manifestazione del nostro rapporto fortemente malato con la natura ed evidenzia ancora di più la profonda interconnessione tra la salute umana e quella dei sistemi naturali”
Nella giornata mondiale della biodiversità, forte messaggio degli esperti in occasione della presentazione del quarto rapporto sullo stato del capitale naturale in Italia. Il Rapporto, spiega il Wwf, predisposto tra novembre 2020 e marzo 2021, parte dalla necessità di preservare e ripristinare il capitale naturale per garantire una ripresa duratura riconosciuta dall'Agenda Onu per lo sviluppo sostenibile e dal Green Deal europeo.
Puntando sul prossimo decennio per azioni forti di ripristino e tutela di una delle più grandi ricchezze del nostro Paese, il rapporto ripercorre lo stato degli ecosistemi in Italia, dagli habitat marini alle foreste, lo stato di conservazione dell'avifauna e della biodiversità in genere, i necessari interventi per equilibrare lo sviluppo metropolitano con la presenza di capitale naturale e il ruolo dell'economia circolare.
Molti i benefici e le azioni individuate dal Rapporto per avviare su scala nazionale processi di restoration ecology e di una seria valutazione dei servizi ecosistemici di cui usufruiamo.
"La conoscenza scientifica documenta che se preserviamo la natura, preserviamo noi stessi - sottolinea Gianfranco Bologna, presidente onorario della Comunità Scientifica del Wwf e membro del Comitato per il Capitale Naturale sin dalla sua istituzione nel 2016 -. Gli ecosistemi e la biodiversità costituiscono la base della nostra salute, del nostro benessere e del nostro sviluppo. Comprendere questo principio è ormai indispensabile anche per il mondo politico ed economico e il quarto Rapporto del Comitato Capitale Naturale mira ad illustrare al meglio questo concetto basilare per affrontare la sfida del prossimo decennio", aggiunge.
"La nostra errata gestione degli ecosistemi naturali e la conseguente pandemia ci spingono a interrogarci sulla necessità e urgenza di una transizione ecologica per concretizzare un vero e proprio cambiamento trasformativo del nostro vivere sull'unico pianeta che ci consente di esistere. La pandemia da SARS-CoV-2 è una chiara manifestazione del nostro rapporto fortemente malato con la natura ed evidenzia ancora di più la profonda interconnessione tra la salute umana e quella dei sistemi naturali - chiosa Gianfranco Bologna -. È ormai giunto il tempo di reagire a questa situazione, non solo per assicurare un futuro all'evoluzione naturale della straordinaria biodiversità che ci circonda, ma anche perché ignorare questo segnale mette in gioco il futuro dei quasi 8 miliardi di persone attualmente presenti".
"Il rapporto presentato oggi propone proprio per dare seguito alla visione che il Comitato stesso ha approvato con l'obiettivo di ottenere entro il 2030 lo stop alla perdita della biodiversità, l'inversione dei processi del suo degrado e i primi risultati di una grande 'opera pubblica' di ripristino dei nostri ambienti terrestri e marini, che costituiscono la base fondamentale del benessere e della salute di noi tutti", conclude Bologna.