Gli immigrati al lavoro
L’80% è impiegato come operaio. E nel primo trimestre 26 stranieri sono morti sul lavoro (più altri 16 “in itinere”)
Con 5,1 milioni di stranieri residenti pari all’8,5% della popolazione, l’Italia è terza in Europa dietro Germania (9,7 milioni) e Regno Unito (6,3 milioni). E poco meno dell’80% degli immigrati al lavoro «è impiegato come operaio, una percentuale che nel caso degli occupati nativi, scende a poco più del 30%».
E’ il dato più significativo della nona edizione del rapporto annuale “Gli Stranieri nel mercato del lavoro in Italia”, presentato nella sala Paul Harris della Fortezza di Montepulciano (Siena) all’interno delle iniziative per i dieci anni di “Luci sul lavoro”. Si tratta di un dossier curato dalla Direzione generale dell’Immigrazione ed Integrazione del Ministero del Lavoro, che fa capo a Tatiana Esposito.
Ma gli immigrati muoiono di lavoro. Nel primo trimestre 2019 sono ben 26 (sul totale di 212) le vittime di infortuni in base ai dati pubblicati dall’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro Vega di Mestre. Il settore più colpito è quello delle attività manifatturiere (18 decessi), seguito dall’edilizia e dai trasporti con 17, e dal commercio con 10. E bisogna aggiungere anche i 16 morti “in itinere”.