"Dalla croce, nasce la vita. La più grande sofferenza, può trasformarsi in grazia. È un mistero che non possiamo spiegare. La vita senza impegno è piatta e i giovani ci insegnano a non avere una vita piatta". Parla don Fabio Marella, cappellano dell'ospedale pediatrico Meyer, nel giorno in cui Papa Francesco ha pregato il Rosario con i giovani ammalati nella Cappella delle Apparizioni del Santuario di Nostra Signora di Fatima
Gmg 2023
Le apparizioni mariane ritenute credibili dalla Chiesa sono come un’attualizzazione del Vangelo dell’Annunciazione: Maria visita luoghi e, soprattutto, persone, per educarle a cogliere i segni di Dio attraverso cui il Vangelo chiede di diventare Parola creduta, vissuta, amata e testimoniata nella storia concreta dell’umanità. A Fatima, il segno di Dio che Maria viene a svelare è quell’amore del prossimo che arriva al punto tale da rifiutare la giustificazione della guerra, degli orrori, del sangue versato, della violenza che tutto travolge.
Con la visita di Papa Francesco a Fatima la Giornata mondiale della gioventù riceve il suo sigillo Mariano. Guardare a Fatima significa guardare a Maria ma anche a coloro che sono stati i protagonisti di questa vicenda spirituale che ha fortemente caratterizzato la vita della Chiesa. I principali protagonisti di questa meravigliosa avventura spirituale sono proprio due giovani, anzi giovanissimi, Francesco e Giacinta Marto, entrambi canonizzati nel 2017 dallo stesso Francesco.
I missili nel cielo, le bombe che cadono e distruggono tutto, gli allarmi. È la Via Crucis dei giovani ucraini raccontata a margine della Gmg. Olena, 19 anni, Leopoli: “La guerra distrugge ogni cosa, porta via anche i nostri piani di vita, i sogni. Abbiamo visto morire tante persone”. “Donetsk, Odessa, Lutsk, Kharkiv, Kiev. La maggior parte di questi ragazzi hanno vissuto la guerra in prima persona”, racconta il vescovo ausiliare greco-cattolico di Donetsk, che però aggiunge: “Mi sorprende la loro incolmabile voglia di vivere”, dice il vescovo. “Non sono schiacciati dalla realtà della guerra ma ragazzi che hanno alcune certezze chiare nel cuore: la prima è quella di essere stati chiamati a vivere”.
Il venerdì è sempre il giorno delle confessioni. Che si tratti di un grest in parrocchia, di un camposcuola, o per l’appunto un camposcuola mondiale come la GMG, il venerdì, memoria della Passione e della morte di Gesù, è il giorno in cui incontrare il perdono di Dio e incontrare davvero se stessi.
La definizione perfetta ce la dà un seminarista, Filippo Friso, a ridosso della veglia penitenziale, mentre centinaia di giovani – ben più di quelli previsti – attende in piedi un prete libero per potersi confessare. Non tutti ce la faranno oggi: per loro.
Più di un’ora a pranzo con Papa Francesco in Nunziatura. Come da tradizione, 10 giovani in rappresentanza dei diversi continenti hanno potuto oggi pranzare con il Papa.
“Sto pregando per la mia famiglia, perché non sempre le cose vanno bene. La fede aiuta a capire il senso vero della vita". Ascoltare i giovani giunti alla "Collina della gioia" per le confessioni apre squarci di realtà. Sull'esistenza, sulle amicizie, sulla fede. "Tornare alle cose di ogni giorno non sarà semplice, ma vorrei portare nella mia città quello stesso entusiasmo che trasmette il Papa". “Essere cristiani non è facile, bisogna essere fedeli al vangelo e viverlo ogni giorno. Io ci voglio provare". Il prete: “questi giovani mi impressionano. Dimostrano una maturità umana e cristiana davvero speciale"
Il parco delle Confessioni è il momento della riconciliazione, con Dio, col mondo e con sé stessi. Incontriamo Martina, viene da Roma, è qui col suo gruppo, appartiene a un movimento ecclesiale.
500mila giovani hanno "abbracciato" Papa Francesco nel Parque Eduardo VII di Lisbona per la cerimonia di accoglienza con cui è iniziata ufficialmente la Gmg. "Nessuno è cristiano per caso, tutti siamo chiamati con il nostro nome". Attenti ai "lupi" delle "illusioni virtuali". "Nella Chiesa c'è posto per tutti"
Allestito nella Città della Gioia, permette ai ragazzi di fermarsi per un momento di riflessione e di incontro. Sulle pareti i volti e le storie dei "santi della porta accanto"
L’entusiasmo e la spontaneità di una fede semplice – e per questo trainante - che spinge ad abbandonare le sovrastrutture mentali e a tornare all’essenzialità del Vangelo. L’esperienza della Gmg vissuta dal gruppo internazionale del Cvs, composto da giovani con disabilità e ragazzi normodotati. Parole d'ordine: umanità, fede, inclusione
Paginate di esperti sui giornali, task force governative, dettagliati progetti educativi. Poi arriva lui, papa Francesco, di fronte a oltre mezzo milione di giovani radunati per lui da tutto il mondo al Parque Eduardo VII al centro di Lisbona, e trova le parole giuste, rivolte non alla massa ma a ciascun ragazzo e ragazza lì presente.
Un frate del Santo, nato a Padova, per la precisione a sant’Angelo di Piove, che all’età di 66 anni si ritrova per una catechesi con i giovani della sua terra. Ma il frate in questione da tre anni è arcivescovo di Genova, e la catechesi è di fronte a duemila giovani alla Giornata Mondiale della Gioventù di Lisbona
Si è aperto ieri (fino al 5 agosto), nel santuario mariano di Saidnaya, a circa 30 km a nord di Damasco, “il primo grande evento nazionale giovanile in Siria”. Presenti 1.400 giovani di tutti i riti in comunione con i loro coetanei arrivati a Lisbona per la Gmg con Papa Francesco. Uno dei giovani organizzatori, Nabil Madi, al Sir: “Mi piace pensare a questo nostro evento come una Gmg in terra siriana". Messaggio ai giovani a Lisbona: "Pregate per noi, per la Siria e per la pace nel mondo"
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