Via libera al documento programmatico di bilancio per “sostenere l’economia” e “ridurre il carico fiscale per famiglie e imprese”
Il provvedimento contiene indicazioni di carattere generale sulla distribuzione delle risorse – l’entità complessiva della manovra è di circa 23 miliardi – e il contenuto specifico delle misure verrà messo nero su bianco soltanto nel disegno di legge di bilancio, atteso realisticamente in Consiglio dei ministri all’inizio della prossima settimana per essere poi sottoposto all’esame del Parlamento
“Sostenere l’economia nella fase di uscita dalla pandemia e rafforzare il tasso di crescita nel medio termine”, nonché “ridurre il carico fiscale per famiglie e imprese”. Palazzo Chigi sintetizza così gli obiettivi nella manovra economica per il prossimo anno, la cui ossatura è stata disegnata nel Documento programmatico di bilancio approvato dal Consiglio dei ministri e inviato alla Commissione europea. È bene subito precisare che il documento contiene indicazioni di carattere generale sulla distribuzione delle risorse – l’entità complessiva della manovra è di circa 23 miliardi – e il contenuto specifico delle misure verrà messo nero su bianco soltanto nel disegno di legge di bilancio, atteso realisticamente in Consiglio dei ministri all’inizio della prossima settimana per essere poi sottoposto all’esame del Parlamento. Quindi molte delle notizie che hanno circolato e continuano a circolare rappresentano soltanto delle ipotesi su cui si sta ancora discutendo e ciò vale anche e soprattutto per i capitoli politicamente più spinosi. Basti pensare a quello delle pensioni, con il superamento di Quota 100 su cui i ministri della Lega hanno espresso una “riserva politica”. Sul punto la nota di Palazzo Chigi si limita a sottolineare che saranno previsti interventi “per assicurare un graduale ed equilibrato passaggio verso il regime ordinario”.
Con questa avvertenza, vediamo i capitoli principali del documento così come sono stati delineati nel comunicato ufficiale della presidenza del Consiglio.
Per quanto riguarda il fisco “si prevede un primo intervento di riduzione degli oneri fiscali”, anticipando alcuni aspetti del disegno di legge delega per la riforma del settore. In questione c’è soprattutto il taglio del cosiddetto “cuneo fiscale”.
Sono 9 i miliardi destinati a questa operazione, di cui uno però servirà per contrastare le conseguenze dei rincari delle bollette in seguito al boom dei prezzi dell’energia. “Plastic tax” e “sugar tax” saranno rinviate al 2023, mentre l’Iva sui prodotti assorbenti per l’igiene femminile sarà ridotta dal 22% al 10%.
Il capitolo degli investimenti pubblici prevede finanziamenti aggiuntivi per le amministrazioni centrali e locali dal prossimo anno al 2036 e l’incremento del fondo di sviluppo e coesione. Saranno inoltre stanziate le risorse per il Giubileo e per le Olimpiadi Milano-Cortina.
Per gli investimenti privati e le imprese si parla di circa 4 miliardi attraverso la rimodulazione e il rifinanziamento di misure come Impresa 4.0, il fondo di garanzia per le piccole e medie aziende e gli incentivi nel settore immobiliare, in particolare per i giovani. Saranno prorogati i vari ecobonus, ad eccezione di quello del 90% per le facciate, mentre il Superbonus del 110% sarà riservato a condomìni e Iacp. Materia su cui il dibattito pubblico è comunque molto acceso.
Quanto alla sanità, il fondo nazionale sarà aumentato di 2 miliardi in ciascun anno fino al 2024. Nuove risorse saranno impegnate per farmaci innovativi e i vaccini. Parallelamente saranno incrementati i fondi per l’università e per la scienza, a cui si aggiungerà un nuovo fondo per la ricerca applicata.
Le borse di studio per gli specializzandi in medicina verranno fissate in modo permanente a 12 mila euro l’anno e saranno prorogati fino a giugno i contratti degli insegnanti assunti a tempo determinato durante l’emergenza Covid. Nel campo di Regioni ed enti locali, maggiori stanziamenti riguardano il trasporto pubblico, gli asili nido (“per garantire i livelli essenziali a regime”) e la manutenzione della viabilità provinciale.
In materia di politiche sociali, oltre al comparto previdenziale di cui si è detto,
l’altro nodo politicamente sensibile è quello del Reddito di cittadinanza. Nel 2022 la spesa sarà allineata a quella dell’anno in corso (quindi circa 8,8 miliardi).
Se intendiamo bene, questo comporterà un taglio rispetto allo sviluppo teoricamente ipotizzabile per il prossimo anno, ma allo stesso tempo un aumento di circa un miliardo rispetto al passato perché nel 2021 sono stati necessari degli incrementi per fronteggiare le conseguenze della pandemia. A fronte di questo rifinanziamento, spiega la nota di Palazzo Chigi, saranno rafforzati i controlli e introdotti dei “correttivi alle modalità di corresponsione”. Su questo aspetto bisognerà attendere lumi dalla legge di bilancio. Intanto il Documento programmatico registra l’impegno all’attuazione della riforma degli ammortizzatori sociali, peraltro ancora da definire. Sarà inoltre reso strutturale il congedo di paternità di 10 giorni.