Uno “svapo” precoce e pericoloso. I giovani sembrano essere le “vittime” destinate ad alimentare le schiere dei nuovi fumatori

Pur avendo un contenuto di nicotina variabile (ce ne sono anche senza), le e-cig inducono dipendenza

Uno “svapo” precoce e pericoloso. I giovani sembrano essere le “vittime” destinate ad alimentare le schiere dei nuovi fumatori

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha pubblicato recentemente una serie di rapporti  che contengono raccomandazioni sull’utilizzo e l’abuso di tabacco e sigarette elettroniche (e-cig).

Il consumo di queste ultime si è diffuso rapidamente in molti Paesi negli ultimi anni, soprattutto tra giovani e giovanissimi che vi si approcciano in età sempre più precoce (dagli 11 anni) esponendosi a rischi concreti per la salute.

Alcuni dati raccolti a livello mondiale sono davvero preoccupanti. Il numero di giovani di età compresa tra 16 e 19 anni che attualmente utilizza la sigaretta elettronica in Canada è raddoppiato dal 2017 al 2022, in Inghilterra è triplicato negli ultimi tre anni. In Canada, Inghilterra e Stati Uniti tra il 40% e il 50% di coloro che utilizzano le sigarette elettroniche hanno dichiarato di accenderle entro 30 minuti dal risveglio.

In alcuni Stati (Australia, Norvegia, Brasile, Cina, Thailandia, Uruguay, Singapore e Turchia) dopo una serie di misure restrittive, in attesa di una valutazione definitiva sui loro reali effetti, le e-cig sono state vietate. Tra i motivi anche il fatto che alcuni studi stanno dimostrando che l’uso delle sigarette elettroniche si affianca e spesso incentiva il consumo di sigarette convenzionali. Insomma, dopo anni di lotta al tabagismo, la dipendenza dalla nicotina sembra ricomparire in altra forma, trascinata proprio dall’uso delle sigarette elettroniche.

L’aspetto più inquietante è che, in tutto il mondo, compreso il nostro Paese, i giovani sembrano essere le “vittime” destinate ad alimentare le schiere dei nuovi fumatori. L’e-cig in tasca o nella borsetta fa tendenza tra i giovani, supportata anche dall’errata convinzione che “non faccia male”. Il mercato supermilionario, poi, “strizza” pericolosamente l’occhio perfino ai bambini con packaging dai colori vivaci che a volte somigliano a bibite gassate, blister di caramelle o snack. I prodotti sono commercializzati con immagini di dolci, popcorn e gelati e a fare da testimonial sono personaggi presi a prestito dai cartoni animati.

L’e-cig promette “delizie” per il palato. Nel mondo esistono più di settemila aromi (e negli Usa fra i più popolari ci sono il candy corn o il chocolate fudge), in Italia si possono scegliere liquidi dall’aroma pizza, patatine fritte o, addirittura, pesto.  Ma ci sono anche banana, burro, cannella, chiodi di garofano, eucalipto, menta, fragola, vaniglia.

Gli effetti a lungo termine delle e-cig non sono ancora noti, ma pare siano paragonabili a quelli della combustione delle sigarette tradizionali. Pur avendo un contenuto di nicotina variabile (ce ne sono anche senza), le e-cig inducono dipendenza.

Oltre ai problemi di salute, pare che il consumo massiccio delle e-cig abbia delle conseguenze ambientali: il rivestimento in plastica contiene una batteria al litio che non può essere riciclata. A causa della loro crescente diffusione e dell’assenza di dispositivi di raccolta, le sigarette elettroniche “usa e getta” sono i mozziconi del nuovo millennio e vanno ad aggiungersi ai miliardi  che vengono gettati ogni anno.

Ecco dunque un’altra emergenza educativa da affrontare. La scuola può fare molto con programmi di prevenzione specifici e con campagne di sensibilizzazione, magari coinvolgendo in maniera attiva le famiglie.

L’aspetto che maggiormente dovrebbe far riflettere è il tema della “dipendenza” che purtroppo ricorre sempre più in molte questioni che interessano la vita dei nostri figli: dai dispositivi digitali alle e-cig, alle sostanze stupefacenti e all’alcol.  Si tratta di insidie che hanno a che fare con la gestione del corpo, l’autoconsapevolezza, la stima di sé, la vita affettiva e l’esercizio del pensiero critico. Il “gruppo” dei pari in questi casi non “salva”, ma compromette. Si nota, quindi, la fragilità e in alcuni casi la vera e propria latitanza di un pensiero adulto che sia in grado di orientare e sostenere le nuove coscienze nel loro percorso di crescita e maturazione, preservandone salute ed equilibrio psichico.

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Fonte: Sir