Quattromila sindaci dei piccoli Comuni d’Italia a convegno con le Poste Italiane: i nuovi servizi
Poste Italiane ha riunito a Roma, lunedì scorso, i quattromila sindaci dei piccoli Comuni d’Italia per annunciare l’introduzione di nuovi servizi dedicati alle realtà locali con meno di 5 mila abitanti e rinnovare, a distanza di un anno dal primo incontro, il dialogo permanente sulle esigenze specifiche del territorio. L’azienda, con la rete più capillare d’Italia, intende così dimostrare di essere in grado di collegare il territorio alle istituzioni e ai servizi centrali del Paese.
Il convegno, alla sua seconda edizione, si è svolto alla presenza del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, e di altri ministri e cariche istituzionali, ed è stato introdotto dal messaggio di saluto del presidente Mattarella, che ha ribadito come la ricchezza dell’Italia sia data dalla varietà dei suoi Comuni, piccoli e grandi, e che tale pluralità di identità vada difesa e sostenuta. Proseguendo idealmente le parole di Mattarella, il vibrante discorso del presidente dell’Anci (Associazione nazionale dei Comuni italiani), Antonio Decaro, ha ricordato come i piccoli Comuni siano un baluardo fondamentale per la salvaguardia del territorio, senza il quale opere d’arte, chiese e ambiente sono a rischio: i piccoli Comuni, pertanto, vanno sostenuti e preservati dallo spopolamento, grazie ad un’opportuna strategia politica, in cui Poste Italiane ricopre un ruolo chiave. Gli ha fatto eco il presidente Uncem (Unione nazionale Comuni comunità enti montani), Marco Bussone, che ha ricordato i passi compiuti insieme a Poste Italiane per superare alcune incomprensioni del passato e ha suggerito alcuni ulteriori passi da compiere, come ad esempio la reintegrazione della distribuzione giornaliera della posta e la fedeltà nel servizio di consegna.
L’amministratore delegato di Poste Italiane, Matteo Del Fante, alla conclusione del convegno, ha tracciato un bilancio, dichiarando che l’azienda ha realizzato tutti gli impegni assunti con i piccoli Comuni nel 2018, «grazie alla dedizione delle persone che lavorano in azienda e alla proficua collaborazione instaurata con il territorio e con le istituzioni locali».
Oltre a mantenere la promessa di non chiudere alcun ufficio postale, nel corso dell’ultimo anno sono stati realizzati 900 incontri con amministratori locali, coordinati dal nuovo ufficio istituito a Roma con il compito di mantenere aperto e costante il dialogo tra Poste e le comunità sul territorio; sono stati installati 614 Atm Postamat; attivati servizi a domicilio e presso esercizi convenzionati nei Comuni privi di ufficio postale; collegati 5.688 spot wi-fi negli uffici postali di 5.051 Comuni; eliminate 574 barriere architettoniche in 549 Comuni; potenziati 219 uffici postali in 211 centri turistici; installate 3.751 nuove cassette postali e 3.793 impianti di videosorveglianza; attivati 119 servizi di tesoreria; donati 13 immobili ai Comuni per attività di interesse collettivo; realizzati 15 murales per migliorare il decoro urbano degli uffici postali periferici.
Del Fante ha poi illustrato gli obiettivi del nuovo piano di Poste Italiane per i piccoli Comuni, che comprende: l’avvio di programmi di educazione finanziaria e digitale; Pos gratuiti ai Comuni per i servizi di pagamento digitale; l’uso di mezzi “green” per il recapito della posta; l’installazione di locker nei Comuni privi di ufficio postale, per semplificare le operazioni di consegna dei pacchi e il pagamento dei bollettini; l’installazione di cassette postali smart a tecnologia digitale; l’attivazione di servizi di informazione per i cittadini; la realizzazione di nuovi eventi filatelici per meglio valorizzare le tradizioni e le realtà del territorio.
L’incontro di lunedì scorso segna, quindi, una nuova tappa nel dialogo e nel confronto tra Poste Italiane, il territorio e le sue comunità.
Riconoscendo gli indubbi passi in avanti compiuti, tuttavia, restano sul tappeto – come riconosciuto informalmente anche da qualche sindaco – alcune questioni, di cui non si è fatto cenno durante il convegno: basti pensare ai ritardi nelle consegne postali, che tante difficoltà creano ai settimanali cattolici (ma non solo). Nessun cenno, infine, è stato fatto alla necessità di aumentare e di stabilizzare il numero di portalettere, soprattutto lì dove il servizio di consegna a domicilio risulta più carente.
don Alessio Magoga