“O dia do fogo”: un nome feroce per la chat di gruppo dei fazendeiros che bruciano l’Amazzonia
“Il giorno del fuoco”, questo il nome cui sono risaliti alcuni giornali locali del gruppo WhatsApp attraverso il quale i grandi produttori rurali si sarebbero accordati per dare il via all'escalation di roghi in Amazzonia. E il 10 agosto, il giorno che sarebbe stato indicato nella chat, è stato davvero l'inizio dell’immensa catena di incendi che stanno sconvolgendo vaste parti della foresta amazzonica e della savana del Mato Grosso
“O dia do fogo”, “il giorno del fuoco”. Si chiamava proprio così, secondo alcune ricostruzioni giornalistiche locali, prese molto seriamente dalla magistratura dello Stato amazzonico brasiliano del Pará, il gruppo whatsapp attraverso il quale i fazendeiros, i grandi produttori rurali, si sarebbero accordati per appiccare incendi nella foresta, nel cuore dello Stato amazzonico brasiliano.
E “dia do fogo” è stato.
Quello che è certo, infatti, è che il 10 agosto, il giorno che sarebbe stato indicato nella chat, si è assistito a un’incredibile escalation di roghi nel sudovest del Pará, nel territorio che ecclesialmente ricade sotto la giurisdizione della prelatura territoriale di Itaituba, città sulle rive del rio Tapajós, uno dei più grandi affluenti del Rio delle Amazzoni, e soprattutto nei municipi di Itaituba e Novo Progreso, oltre che più a est, in quello di Altamira. Tutti e tre i Comuni appaiono nella triste classifica dei dieci municipi con un maggior numero di fuochi dell’intero Brasile, secondo i dati dell’Impe, l’Istituto nazionale di ricerche spaziali.
I roghi del fatidico 10 agosto. Si tratta, forse, dell’epicentro o comunque di uno degli epicentri dell’immensa catena di incendi che stanno sconvolgendo vaste parti della foresta amazzonica e della savana del Mato Grosso. Una nota dell’ufficio comunicazione del Pubblico ministero federale (Mpf) del Pará, rivela che il procuratore della Repubblica Paulo de Tarso Moreira Oliveira sta indagando a Itaituba sul “dia do fogo”. E fornisce dati eloquenti, che mostrano un aumento notevole dei roghi proprio in corrispondenza del 10 agosto. Nel municipio del Novo Progreso ci sono stati 124 fuochi, con un aumento del 300% rispetto al giorno prima. Il giorno dopo i fuochi sono stati 203. Ad Altamira i satelliti hanno “visto” il 10 agosto 196 fuochi, 237 il giorno seguente, con un aumento del 743% degli incendi.
Si tratta, va detto, di territori vastissimi: il municipio di Itaituba ha una superficie (62mila chilometri quadrati), grande come la somma di Veneto, Lombardia ed Emilia; quello di Novo Progresso (38mila chilometri quadrati), come la somma di Toscana, Umbria e Marche. La prelatura di Itaituba (177mila chilometri quadrati) come mezza Germania.
Incendi provocati per allargare le piantagioni di soia. A parlare al Sir della chat è lo stesso vescovo prelato di Itautuba, dom Wilmar Santin: “Sì – spiega – un giornale locale ha pubblicato la notizia della chat, nella quale gli agricoltori si sarebbero accordati per appiccare il fuoco il 10 agosto. L’idea, forse, era quella di dare fuoco a una zona di pascolo, ma le fiamme si sono estese a tutta la foresta. Due sacerdoti che sono passati per la zona di Novo Progresso hanno visto tanto fumo. Nei giorni scorsi ho fatto un viaggio di sette ore in barca e per metà del tempo è caduta la pioggia, che ha aiutato a combattere il fuoco”.
Dom Santin prosegue: “Soprattutto a Novo Progresso si provocano gli incendi per ampliare le superfici agricole, per coltivare la soia e il mais o per dare spazio agli allevamenti di bestiame”.
A confermare le parole del vescovo è Raione Lima, referente della Commissione per la Pastorale della terra (Cpt) a Itaituba: “Le fiamme che si sono sprigionate a Novo Progresso hanno coinvolto anche alcune proprietà di piccoli agricoltori. Sono stati anomali e molto più estesi, rispetto ad altre volte. Le informazioni che abbiamo sono che a provocare gli incendi sono stati alcuni agricoltori, i fazendeiros, e gli imprenditori del legname, i madeireiros, attraverso un atto criminale. Purtroppo, è difficile avere delle prove”.
Territori “tagliati” dalla BR-163, il “corridoio della soia”. Quello che è certo, è che la zona amazzonica tra Itaituba, Novo Progresso e Altamira è da tempo “sotto attacco”, e non solo per gli incendi.
Il “magnete”, per i produttori di soia, è la BR-163, l’autostrada che da Santarém passa proprio per questi territori, e corre poi verso sud tagliando in due il Brasile per migliaia di chilometri, attraversando altri Stati ad alto tasso di incendi, come il Mato Grosso.
L’arteria è chiamata anche “corridoio della soia”. Se si osserva dalle mappe satellitari il territorio che corrisponde al passaggio dell’autostrada, si vede che il verde scuro e compatto della foresta viene incrinato, come si ci fosse passata sopra la carta vetrata. E’ il terribile effetto della deforestazione.
La Pastorale della terra di Itaituba ha registrato negli ultimi tempi attentati, 14 leader minacciati di morte, sfollamenti forzati di piccoli agricoltori. “La causa delle minacce di morte – precisa la Pastorale della terra – è direttamente correlata alla lotta per i diritti fondamentali e per la sopravvivenza e la difesa della terra e del territorio. Questi leader sono visti come un ostacolo all’accaparramento della terra, alla deforestazione e ad altri interessi volti alla distruzione dell’Amazzonia in nome del profitto”.
Prosegue Raione Lima: “L’aumento della deforestazione in questi Comuni lungo la BR-163, è allarmante e ha favorito il processo di combustione, mentre le Agenzie per il controllo ambientale sono state perseguitate da taglialegna e agricoltori, con numerosi attacchi. Se le agenzie federali di controllo ambientale vengono trattate con tale violenza in questa regione, abbiamo paura di ciò che potrebbe accadere agli operatori della Cpt che lavorano con le popolazioni delle campagne e delle foreste”. Un lavoro che, comunque, continuerà.