Notte prima degli esami. Maturità è accendere i riflettori sull’impegno di oggi e di domani
L’inventiva, la creatività, l’entusiasmo e la passione di tanti studenti e insegnanti ha trasformato spesso il buio in luce.
“Notte prima degli esami”. Non sono solo le parole di una celebre canzone ma, in qualche modo, diventano la metafora della condizione di tanti studenti che si trovano in questi giorni a sostenere l’esame di Stato, la maturità.
“Notte prima degli esami” vuol dire apprensione, ma anche entusiasmo, paura e forse voglia di abbandonare tutto. E nello stesso tempo il desiderio di misurare se stessi di fronte a quello che è probabilmente il primo esame impegnativo nell’esistenza dei nostri giovani.
Ma quella “notte prima degli esami” in questo anno così difficile e segnato dalla pandemia può anche far pensare a una sorta di “notte della scuola” se riflettiamo su tutti i mesi passati più nelle proprie case che in classe, con difficoltà di ogni genere e soprattutto disparità di situazioni molto marcate. Notte delle relazioni scolastiche, ridotte a uno scambio virtuale su schermi accesi a singhiozzo. Notte della didattica, perché per quanto il termine continui ad essere usato, affiancato alla specifica “a distanza”, è ben chiaro a tutti che “didattica” è cosa ben diversa dalle lezioni online, almeno nella loro accezione più diffusa. Questo non vuol dire che insegnanti e allievi non abbiano fatto la loro parte – dove è stato possibile, naturalmente e compatibilmente con le condizioni strutturali: reti fatiscenti, mancanza di strumenti e chi più ne ha più ne metta – ma certamente il processo di insegnamento/apprendimento che caratterizza la scuola è stato, per tanti mesi, in difficoltà.
Non tutto è “notte”, intendiamoci. L’inventiva, la creatività, l’entusiasmo e la passione di tanti studenti e insegnanti ha trasformato spesso il buio in luce. Tuttavia il dato costante – e ben avvertito da tutti – è che si è fatto il possibile per tamponare una situazione eccezionale, si sono messe toppe su falle aperte di dimensioni inaspettate.
E allora che dire di questi esami di maturità? Anzitutto che dopo la notte viene il giorno. E sono le parole di una straordinaria testimone come Amalia Ercoli Finzi a rilanciare l’entusiasmo per il futuro. Lei, prima donna italiana a laurearsi in Ingegneria aerospaziale, accademica e ricercatrice, appassionata “signora delle comete”, ha rivolto un videomessaggio agli studenti “maturandi”, ricordando anzitutto la sua maturità, poco dopo gli orrori e le macerie della seconda guerra mondiale, nel 1956. “Noi giovani – ha detto tra l’altro – sapevamo di avere due compiti importantissimi: la ricostruzione dell’Italia e la riconquista della libertà”.
Poi ha puntato il dito dritto sul futuro dei nostri studenti: “Anche voi venite da un periodo difficile, la pandemia, che non solo vi ha impedito di frequentare regolarmente le lezioni, ma ha messo in luce le criticità della nostra società, la sua fragilità, e sono tutti problemi che voi siete chiamati a risolvere. Di fronte a voi avete la vita professionale, quella che, se viene affrontata e perseguita con impegno e con amore, vi porterà a dei grandi successi. Certamente riuscirete a costruire un futuro migliore qualunque cosa voi decidiate di fare”.
Ecco cos’è la maturità. Mettere da parte la “notte” e accendere i riflettori sull’impegno di oggi e di domani. Tutti. Nessuno escluso.