«Non fateci sentire untori». Da febbraio anziani e persone con disabilità grave stanno pagando un prezzo troppo alto per il rischio contagio

Da sette mesi gli anziani ospiti delle case di riposo incontrano i familiari solo per brevi momenti, parlando a distanza all'interno di grandi ambienti, spesso dietro un pannello trasparente. Non un gesto d’affetto, una carezza, una passeggiata all'aperto. L’associazione padovana Mai soli si batte, insieme a tante altre realtà associative e non, affinché le norme sanitarie siano meno stringenti e si trovino soluzioni nuove e sicure per tornare a trasmettere un po' di calore umano a chi si trova dentro una struttura.

«Non fateci sentire untori». Da febbraio anziani e persone con disabilità grave stanno pagando un prezzo troppo alto per il rischio contagio
Non si danno per vinti i familiari delle persone che vivono nelle case di riposo. Da settimane conducono la loro personale battaglia per poter avere maggiore accesso alle strutture dove sono ospitati i propri cari, e poterli incontrare di più, avvicinarli, abbracciarli, accarezzarli. Sono quasi sette mesi che figli e nipoti non possono stare loro accanto come vorrebbero, e come facevano prima dell’avvento della pandemia.Nonostante l’Istituto superiore di sanità (Iss) abbia emanato recentemente nuove linee guida nelle quali...