Mons. Dzyurakh (Ugcc), “non una resa incondizionata davanti al male, ma una pace che si basa sulla verità”

Ai leader che si ritroveranno oggi a Parigi per un vertice informale sull'Ucraina, il vescovo Dzyurakh lancia un appello: “I leader europei si devono assumere le loro responsabilità davanti a Dio e non pensare di accontentare un aggressore o chi pretende ristabilire una vita prospera e sicura a ogni costo, anche a costo della giustizia e della verità. Chiediamo ai leader europei di cercare una pace, che si basa sui principi della legge internazionale e dei diritti umani". "Non ripetiamo gli errori del passato. Non ripetiamo quanto successe alla Conferenza di Monaco nel 1938 che fu il preludio di una strage mondiale". "Non disprezzate le vittime innocenti di questa guerra e non tradite l’eroismo del popolo ucraino e le aspettative dei popoli europei che mostrano da anni una solidarietà inedita con il popolo ucraino”.

Mons. Dzyurakh (Ugcc), “non una resa incondizionata davanti al male, ma una pace che si basa sulla verità”

“Più di tutti gli altri, noi ucraini desideriamo la pace. La imploriamo con le nostre preghiere già da undici anni e crediamo che un giorno sarà finalmente ristabilita. Ma non una pace che sia una resa incondizionata davanti al male, né un compromesso con le ingiustizie commesse ma una pace che si basa sulla verità”. Lo afferma al Sir mons. mons. Bohdan Dzyurakh, esarca apostolico dei cattolici ucraini di rito bizantino di Germania e Scandinavia, nonché  Presidente della Commissione Pastorale Sociale della Ccee, a poche ore dall’inizio questo pomeriggio a Parigi di un vertice indetto dal presidente francese Emmanuel Macron con lo scopo di elaborare una strategia comune europea in risposta al recente annuncio di Trump di voler negoziare da solo con Putin il futuro di Kyiv. Al vertice sono attesi Donald Tusk, Pedro Sanchez, Olaf Scholz, Giorgia Meloni e altri capi di Stato, nonché i vertici delle istituzioni Ue e il segretario della Nato Mark Rutte. “La verità – chiarisce subito il vescovo Dzyurakh – è che qui si è commesso un crimine a livello internazionale perché un paese ha attaccato un altro paese e ha afflitto un dolore immenso al popolo ucraino, senza nessuna ragione”.  “Ci aspettiamo una pace giusta. Vuol dire una pace che rispetta non i desideri neo imperialistici e coloniali di un tiranno che ha infiammato una strage di innocenti, ma una pace che si basa su quei diritti e quei principi che dopo la Seconda guerra mondiale l’Europa ha conquistato e si sono mostrati efficaci per decenni. Chiediamo di non cercare di accontentare un dittatore, ma di ristabilire verità e giustizia. E questo soprattutto in rispetto delle vittime di questa guerra. Ricordo le parole Papa Giovanni Paolo II, non c’è la pace senza giustizia”.

“La giustizia e la verità sono i presupposti e necessari affinché la pace sia vera e duratura”.

Mons. Dzyurakh è stato uno dei protagonisti la scorsa settimana a monaco di un Simposio su “Sicurezza in Europa: la dimensione religiosa della Guerra e la Responsabilità morale per la pace”, che ha riunito studiosi e teologi di spicco a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco. Un ruolo importante ed essenziale possono svolgerlo anche le Chiese, chiamate – spiega il vescovo – a lanciare “orizzonti di riconciliazione. Questo sarà un passo ulteriore ma necessario perché non ci può essere pace vera senza il perdono a chi si si pente di aver commesso crimini non solo contro il popolo ucraino, ma contro tutta l’umanità. Perché la Russia di Putin non ha attaccato solo il nostro Paese ma la pace stessa è stata vittima di questa aggressione così feroce che stiamo vivendo adesso”.

Ai leader che si ritroveranno oggi a Parigi, il vescovo lancia un appello. “E’ lo stesso che stiamo lanciando da anni e ripetiamo oggi. I leader europei si devono assumere le loro responsabilità davanti a Dio e non pensare di accontentare un aggressore o chi pretende ristabilire una vita prospera e sicura a ogni costo, anche a costo della giustizia e della verità. Chiediamo ai leader europei di cercare una pace, che si basa sui principi della legge internazionale e dei diritti umani. Una pace che deve servire a salvaguardare la vita umana, un bene supremo che dobbiamo curare, tutelare e proteggere. Una pace che rispetta anche i diritti dei popoli europei di vivere nell’indipendenza e nella libertà, offertaci da Dio, nel rispetto delle frontiere riconosciuti a livello internazionale. Non ripetiamo gli errori del passato. Non ripetiamo quanto successe alla Conferenza di Monaco nel 1938 che fu il preludio di una strage mondiale. All’Europa chiediamo quindi di essere ancora di più solidale con il popolo ucraino e con tutti quelli che proteggono e difendono la libertà, la dignità e la vita umana. Chiediamo di raggiungere tutti insieme quella pace per la quale l’Europa ha tanto sofferto. Questo è l’unico impegno che adesso sta davanti ai responsabili del mondo politico.

Non disprezzate le vittime innocenti di questa guerra e non tradite l’eroismo del popolo ucraino e le aspettative dei popoli europei che mostrano da anni una solidarietà inedita con il popolo ucraino. E questa solidarietà si basa sulla speranza che i governanti cercheranno le vie giuste che porteranno ad una pace davvero giusta e duratura”.  

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Fonte: Sir