Migranti al confine Grecia-Turchia: Caritas Europa, “non sono una minaccia alla sicurezza. Ue reagisca con umanità”
“C’è urgente bisogno di una reazione umana alla frontiera tra Grecia e Turchia”: è l’appello lanciato oggi da Caritas Europa, a proposito di quanto sta accadendo al confine europeo, con decine di migliaia di persone migranti che tentano di entrare in Europa, dopo l’apertura delle sue frontiere da parte della Turchia.
“I migranti non dovrebbero essere visti come una minaccia alla sicurezza; sono persone in situazioni di vulnerabilità che hanno bisogno del nostro aiuto”, sottolinea Caritas Europa, chiedendo una “reazione umana” da parte del Consiglio straordinario per la Giustizia e gli Affari interni e dai ministri degli Esteri dell’Unione europea per trovare risposte alla “drammatica situazione umanitaria alle frontiere greche, sia nelle isole sia sulla terraferma”.
“Le persone che cercano di raggiungere l’Europa in cerca di protezione dovrebbero essere tratta con dignità e rispetto – afferma Maria Nyman, segretaria generale di Caritas Europa – e non accolte con gas lacrimogeni, armi o odio. L’Europa dovrebbe essere un esempio nel rispetto di valori come l’umanità e la solidarietà, che sono alla base della fondazione dell’Ue”. Secondo Caritas Europa riporre tutta l’attenzione solo sul controllo delle frontiere conduce alla “criminalizzazione delle persone in movimento e fomenta il panico irrazionale”.
“L’Ue e gli Stati membri dovrebbero proporre un piano collettivo per dare sostegno umanitario a migliaia di persone, incluse famiglie, donne e bambini in fuga da guerre, persecuzioni e e fame”. “Non possiamo accettare bambini che muoiono nel tentativo di raggiungere la sicurezza nell’Ue – sottolinea la rete cattolica che riunisce 49 Caritas di 46 Paesi europei -. Non possiamo guardare passivamente le nostre guardie costiere che attaccano e respingono i migranti in difficoltà a bordo di un gommone, mentre provano a raggiungere la terraferma, come accaduto in Grecia questa settimana”.
Inoltre, “l’Europa deve mostrarsi solidale nei confronti della Grecia e dei richiedenti asilo lasciati in un limbo, specialmente nelle isole greche”. Da qui la richiesta di “ricollocare i richiedenti asilo, a partire dai più vulnerabili come i minori non accompagnati”. La proposta di Caritas è condivisa da altre 64 organizzazioni europee della società civile.