Istruzione e Pnrr, "ecco come cambierà la spesa"
La sfida dell'ammodernamento delle scuole: il 17,8% “vetuste”. Openpolis analizza il bilancio dello stato per il triennio 2021-23: contrazione delle risorse per le politiche territoriali, in aumento quelle per l’edilizia scolastica
Uno degli obiettivi del Piano nazionale ripresa e resilienza è l’ammodernamento delle scuole: in Italia, infatti, il 17,8% degli edifici scolastici statali è classificato come “vetusto”. Lo ricorda Openpolis che dedica un focus a come cambierà la spesa in istruzione nei prossimi anni, analizzando una serie di documenti sul bilancio dello stato per il triennio 2021-2023, pubblicati nelle scorse settimane dal servizio del bilancio del senato. “La loro lettura - commentano gli osservatori - consente alcune prime valutazioni sulla direzione del sistema di istruzione negli anni a venire, a partire dalla necessità di prevedere investimenti nel miglioramento dell’edilizia scolastica. Difatti, come emerge chiaramente dall’analisi dei dati del ministero dell’istruzione, la situazione del patrimonio scolastico è fortemente eterogenea sul territorio e merita una attenzione particolare”.
Scuole “vetuste”...
Per definire la qualità degli edifici scolastici si fa riferimento al dataset del ministero dell'istruzione che, su oltre 40 mila scuole in Italia, indica come vetuste quelle che nel 2018 avevano oltre 50 anni. Al livello regionale, si va dal Piemonte (43,7% del patrimonio edilizio scolastico vetusto) a Campania e Toscana (entrambe con poco meno del 6%). Dopo il Piemonte, la quota maggiore si rileva in altre regioni del nord-ovest, in particolare Liguria (37,5%) e Valle d'Aosta (27,9%)..
La spesa per l'istruzione 2020-2023
L’Italia impiega circa il 4% del suo Pil in istruzione. Per quanto riguarda il budget dello stato centrale, sono circa 50 i miliardi annualmente destinati alla missione di bilancio 22 “istruzione scolastica”, una spesa che si divide in programmi che compongono la missione, che a loro volta si suddividono in “azioni”. Contiene la previsione delle entrate e delle uscite sia per l'anno successivo che su un arco triennale.
Nel 2020 i 49,96 miliardi della missione 22 sono stati impiegati per oltre il 58% nell’istruzione di primo ciclo, per il 32,9% in quella di secondo ciclo e il restante 9% circa in altri programmi. Nel 2021 lo stanziamento sulla missione 22 cresce fino a 50,4 miliardi, per poi ridiscendere a circa 48 nel 2022 e a 46,6 nel 2023.
All'interno dello stanziamento complessivo variano le allocazioni interne alle singole voci. “A crescere lungo tutto il periodo considerato è il programma 8, denominato sviluppo del sistema istruzione scolastica, diritto allo studio ed edilizia scolastica. – spiegano gli analisti di Openpolis - Lo stanziamento che comprende gli investimenti sull'edilizia scolastica è l'unico a segnare un aumento quasi continuo, da 1,12 miliardi nel 2020 a 1,53 nel 2022, per poi flettere a 1,44 nell'anno successivo. E, all'interno di questo programma, l'azione più rilevante è proprio quella dedicata agli "interventi per la sicurezza nelle scuole statali e per l'edilizia scolastica". Questa voce di spesa passa da poco meno di 816 milioni di euro nel 2020 a quasi 1,3 miliardi nel 2022, per poi assestarsi su 1,2 miliardi nel 2023”.
Edilizia scolastica e investimenti nel Pnrr
L'85% del programma relativo a diritto allo studio e edilizia scolastica sarà composto da spesa in conto capitale (e quindi di investimenti), precisa lo studio, percentuale in crescita dal 2020 quando era all'81%. "Il piano nazionale di ripresa e resilienza segnala la necessità di forti interventi proprio sull'aspetto infrastrutturale in ambito scolastico. - si legge - In primo luogo, in base a quanto previsto dall'investimento 3.2 del capitolo istruzione, per trasformare le scuole in ambienti in cui sia possibile svolgere la didattica digitale. Ad esempio con edifici connessi alla rete ultraveloce, con la ristrutturazione delle classi e la creazione di nuovi laboratori didattici. Allo stesso tempo, qualsiasi intervento di tipo infrastrutturale per le scuole deve necessariamente partire dalle carenze preesistenti del loro patrimonio edilizio. Difatti l'investimento 3.3 del Pnrr indica come obiettivo proprio la messa in sicurezza e riqualificazione dell’edilizia scolastica.