Isole sostenibili, una sfida ancora da vincere. Rapporto Legambiente e Cnr-Ila

L’avanzamento della transizione ecologica nelle piccole isole procede a rilento. Indice medio di sostenibilità del 46%. In testa Capri, con indice di sostenibilità del 62%, seguita da Giglio, Termiti e Ustica (50%). Nel 2022 aumentata del 3% la produzione di rifiuti

Isole sostenibili, una sfida ancora da vincere. Rapporto Legambiente e Cnr-Ila

La sostenibilità nelle isole minori è una sfida ancora da vincere. L’indice medio di performance al 46%, che l’Osservatorio Isole Sostenibili di Legambiente e dell’Istituto sull’inquinamento atmosferico del Consiglio nazionale delle ricerche (CNR-IIA) ha calcolato sulla base dei dati relativi a consumo di suolo, gestione dei rifiuti e della risorsa idrica, sviluppo delle rinnovabili, mobilità e aree naturali protette nelle piccole isole, fotografa il lento progredire della loro transizione ecologica. Il tutto è riassunto nel VI rapporto “Isole Sostenibili 2024”, redatto da Legambiente e CNR-IIA e presentato oggi a Palermo, in cui si offre una panoramica dettagliata sulla performance delle 26 isole minori prese in esame ma anche, novità di quest’anno, una lettura sulla gestione dei rifiuti dal 2019 al 2022 con una produzione salita del 3% nel periodo analizzato.

In termini di indice di sostenibilità, le isole più avanti nel percorso sono Capri e l’isola di Sant’Antioco in Sardegna, rispettivamente al 62% e al 60%. Oltre il 50% si collocano l’isola del Giglio (57%), le isole Tremiti (55%), l’isola sarda di San Pietro (54%) e Ustica al 53%. Al di sotto del 40% le performance di Ischia, isole Eolie e La Maddalena. L’isola di Salina che, trattata a parte rispetto agli altri territori insulari che formano l’Arcipelago delle Eolie, si presenta con un indice complessivo di sostenibilità sotto al 20%.

Rispetto alla panoramica dei temi ambientali, nel 2022 il valore medio della raccolta differenziata, calcolato sulla base di dati Ispra e relativo ai 33 comuni afferenti alle 26 isole minori analizzate, si attesta al 56%, al di sotto dell’obiettivo europeo del 65%. Secondo i dati Istat relativi al 2018 sul tema della dispersione idrica, la perdita di rete media sulle isole minori è del 40%, mentre per quanto riguarda il tema energetico, i dati GSE del 2021 indicano la necessità di un cambio di passo delle isole minori: le zone insulari non interconnesse raggiungono poco più del target per il solare fotovoltaico indicato nel decreto ministeriale del 2017 sullo sviluppo delle rinnovabili nelle piccole isole. Sul solare termico gli obiettivi fissati dal medesimo DM sono invece molto lontani (la media è il 16,21%). Sul lato della mobilità, i dati ACI 2022 dimostrano che anche nelle isole minori permane una prevalenza di utilizzo dell’auto privata per ogni tipo di spostamento: 63 auto ogni 100 abitanti.

Quattro passi verso la sostenibilità

Per accelerare il passo della sostenibilità nelle isole minori, l’Osservatorio Isole Sostenibili di Legambiente e CNR-IIA propone quattro azioni. 1) Istituzione di una cabina di regia unica presso il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica per dare supporto e indirizzo a chi amministra i territori isolani. 2) Realizzazione di una road map che porti le piccole isole a essere 100% rinnovabili entro il 2050. 3) Promozione di politiche di adattamento alla crisi climatica partendo da un piano di azione per la rigenerazione urbana degli spazi e degli edifici senza altro consumo di suolo e per evitare ulteriori sprechi e perdite di acqua. 4) Coordinamento unico sulla gestione dei fondi del PNRR puntando prioritariamente sull’efficientamento e rafforzamento della gestione dei rifiuti per una migliore qualità del servizio e per ridurre a monte la produzione di scarti, partendo dalle attività commerciali e turistiche.

Rifiuti in crescita

Quest’anno il report “Isole Sostenibili 2024” dedica un approfondimento al tema della gestione dei rifiuti, analizzando i dati Ispra dal 2019 al 2022. Nel 2022 la produzione di rifiuti ha registrato complessivamente, nelle piccole isole, un +3% rispetto al 2019. Un dato che cela una situazione ancora molto disomogenea: infatti, mentre alcune amministrazioni sono riuscite a ridurre la quantità di rifiuti prodotti -come il comune di Santa Maria Salina (isola di Salina, Sicilia) che segna la migliore performance riducendo del 18% la quantità di rifiuti prodotti nel periodo analizzato- altre mostrano un incremento, come le isole Tremiti, che raggiungono un +219% tra il 2019 e il 2022, Ventotene (+39%) o Lampedusa e Linosa (+31%). Tuttavia, le stesse due realtà insulari citate, Salina e Tremiti, mostrano dati ribaltati sul versante dei rifiuti raccolti in maniera differenziata: le isole Tremiti raggiungono il +396% di rifiuti differenziati (passando dalle 135 tonnellate del 2019 alle 668 tonnellate del 2022), mentre il comune Santa Maria Salina registra un –48% di rifiuti raccolti in maniera differenziata nel corso degli stessi anni, passando da 390 a 202 tonnellate. Altro parametro preso in considerazione è quello relativo alla riduzione delle quantità di rifiuto secco prodotto sempre nell’arco del quadriennio 2019-2022. Le isole Tremiti ritornano tra le performance peggiori con un +109% di produzione di secco residuo nel periodo analizzato, mentre il comune di Porto Azzurro (isola d’Elba) registra tra il 2019 e il 2022 la contrazione più significativa con – 61% di secco prodotto.

Qui il report completo

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)