Iraq, quasi 15 mila sfollati per mancanza di acqua
L’inquinamento dei corsi d’acqua e il cambiamento climatico stanno costringendo migliaia di persone a lasciare le proprie case. A denunciare la situazione è un nuovo report del Norwegian refugee council, “When canals run dry”
In Iraq l’inquinamento dei corsi d’acqua e il cambiamento climatico stanno costringendo migliaia di persone a lasciare le proprie case. Nei governatorati di Bassora, Misan e Thi-Qar si stima che siano già quasi 15.000 gli sfollati da gennaio 2019 a oggi proprio a causa della mancanza d’acqua (fonte: Oim).
La ricerca. A denunciare questa situazione nelle tre regioni dell’Iraq meridionale è un nuovo report del Norwegian refugee council, “When canals run dry”. Uno studio da cui emerge che la crisi climatica sta colpendo i contadini: decine di migliaia di lavoratori dei campi stanno cercando attività alternative e chi cerca di continuare a lavorare la propria terra, nel 60% dei casi è costretto a ridurre l’attività. Da una parte, infatti, l’acqua è meno rispetto al passato; dall’altra, quella che è rimasta è spesso troppo ricca di sale o è avvelenata da pesticidi e oli industriali.
La storia. Fino agli Novanta, l’agricoltura della zona era abbondante grazie a una rete di canali che permettevano di far confluire l’acqua del Tigri e dell’Eufrate verso i campi. In seguito alla caduta di Saddam Hussein, però, le infrastrutture colpite dal conflitto non sono state rimesse in funzione e per le altre non è più stata messa in atto la manutenzione necessaria. E la crisi climatica ora sta sferzando un altro duro colpo: entro il 2050 si stima che le piogge a monte di Tigri ed Eufrate diminuiscano del 16%. L’esecutivo calcola che tra il 2015 e il 2035 l’acqua che arriverà in Iraq sarà il 35% in meno.
I dati. Lo studio rivela che “le stime suggeriscono che l'Iraq perderà circa 250 chilometri quadrati di terra arabile all'anno, con evidenti effetti a catena sui mezzi di sussistenza della popolazione rurale”. La situazione è drammatica anche tra gli allevatori: a Missan il 77% ha detto di aver perso gli animali per mancanza d’acqua. La stessa situazione si è registrata a Thi-Qar (65% degli allevatori) e a Bassora (27%). E l’inquinamento sta facendo danni: a metà 2018, per esempio, a Bassora sono state ricoverate circa 118.000 persone per aver bevuto acqua del rubinetto.
Fuga dai villaggi. Lasciare i campi diventa inevitabile per tanti, soprattutto nella zona di Thi-Qar, dove ormai circa il 50% delle abitazioni sono state abbandonate. “Il punto di non ritorno arriva quando hai speso tutti i tuoi soldi per preparare il campo, ma il raccolto non arriva. Oppure quando devi vendere i tuoi animali perché non riesci a mantenerli. È quello il momento in cui sei costretto a partire. Molti lavorano come braccianti presso altri coltivatori, spiega uno sfollato di Thi-Qar.