Il parroco di Lampedusa: “Tunisini protestano pacificamente, hot spot sovraffollato come sempre”
Continuano gli sbarchi in autonomia a Lampedusa e l'hot spot di Contrada Imbriacola è sovraffollato oltre i 90 posti, ossia la capienza massima prevista. Nel frattempo sul sagrato della parrocchia di San Gerlando un gruppo di tunisini sta protestando pacificamente per il timore dei rimpatri. Parla al Sir don Carmelo La Magra, parroco di Lampedusa
L’hot spot di Lampedusa “è sovraffollato come sempre. Lì la situazione è sempre precaria. Dovrebbe avere le condizioni per essere accogliente, invece è un luogo chiuso e militarizzato”. Gli sbarchi in autonomia, chiamati erroneamente “fantasma” perché tutte le persone vengono comunque identificate e portate al centro di Contrada Imbriacola, “sono più o meno come le settimane passate, solo che in questo periodo se ne parla di più”. E’ sorpreso di tanta attenzione mediatica don Carmelo La Magra, parroco di San Gerlando. Davanti al sagrato della sua parrocchia a Lampedusa stanno protestando in queste ore, pacificamente, una ventina di tunisini: hanno in mano dei cartelli con le scritte “Vogliamo solo lavorare”, “Aiutaci a non ritornare in Tunisia”, “Vogliamo vivere solo con dignità come esseri umani”. Nonostante i continui trasferimenti verso la terraferma l’hot spot di Contrada Imbriacola è sovraffollato perché ieri sono approdati sull’isola con barchini un totale di 171 migranti, che si aggiungono ai 90 già presenti nel centro, ossia la capienza massima prevista. Nelle ultime due settimane sono arrivate in autonomia circa 600 persone partite da Tunisia e Libia e le forze dell’ordine hanno denunciato l’insufficienza dei loro organici rispetto agli interventi quotidiani legati agli sbarchi. Alcune barche riescono a raggiungere da sole le coste di Lampedusa senza essere intercettate, altre vengono scortate dalla guardia costiera. Intanto la nave Ocean Viking di Sos Mediterranee e Medici Senza Frontiere ha salvato ieri altri 73 migranti su una piccola barca sovraffollata a 29 miglia dalle coste libiche ed è in attesa dell’indicazione di un porto sicuro di sbarco, che potrebbe essere Lampedusa.
A proposito di migrazioni oggi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, durante il suo incontro con il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier, ha ringraziato la disponibilità della Germania ad accogliere migranti, chiedendo di condividere “la responsabilità comune di fronte a un fenomeno epocale come quello delle migrazioni”. Mattarella ha auspicato che l’intera Unione europea consenta “meccanismi automatici di distribuzione dei migranti e dei rimpatri”. “L’Unione – ha detto – dovrebbe adottare e assumere in sé l’onere dei rimpatri, perché è in grado di farlo con maggiore efficacia di quanto non possono fare i singoli Paesi, rimpatriando, con rispetto della loro condizione e dei diritti umani, coloro che non hanno titolo per l’asilo e non vanno mantenuti nei Paesi europei”.
“Hot spot sia un luogo accogliente”. “L’hot spot è in una situazione sovraffollata e precaria ma non è una novità”, conferma al Sir don La Magra: “Se i trasferimenti verso la terraferma non sono costanti la gente è costretta a dormire a terra. Ma in questi giorni mi sembra siano ripresi con maggiore tempestività. Gli sbarchi in autonomia sono invece più o meno come le settimane passate. La differenza è che se ne sta parlando di più”. La parrocchia di San Gerlando non è in contatto diretto con chi gestisce l’hot spot di Contrada Imbriacola, situato a diversi km dal centro di Lampedusa. “L’hot spot non dovrebbe essere riempito – auspica -. Dovrebbe avere le condizioni per essere accogliente. Invece è un luogo chiuso e militarizzato”. I volontari, insieme al Forum Lampedusa Solidale, si limitano ad andare al porto dare un benvenuto e portare aiuti quando arrivano le navi delle Ong. Distribuiscono acqua, bevande calde, coperte quando necessario.
La protesta dei tunisini contro i rimpatri. Da ieri sera, davanti allo stesso sagrato della parrocchia che nelle scorse settimane aveva ospitato la protesta del Forum Lampedusa solidale per sbloccare la situazione di stallo a bordo della Sea-Watch e della Open Arms, si sono riuniti invece una ventina di tunisini. “E’ una protesta pacifica – dice il parroco -. Sono seduti e hanno dei cartelli in mano Abbiamo chiesto se hanno bisogno di qualcosa ma non vogliono aiuti. Non sappiamo se gli sia stato permesso di fare richiesta di asilo, come previsto dalle procedure”. Ricordando che il diritto d’asilo “è personale, non di massa, e non dovrebbe essere negato in base alla nazionalità”, don La Magra chiede che “sia data a tutti la possibilità di formulare le proprie richieste”. Intanto la parrocchia è in attesa di sapere se alla Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranèe e Medici senza frontiere che ha salvato le persone in acque internazionali di fronte alla Libia, sarà concessa Lampedusa come porto di sbarco. Nell’ambito del Forum Lampedusa solidale, che riunisce diverse associazioni e realtà della società civile locale, discuteranno su come affrontare la protesta dei tunisini.