Il numero dei poveri cresce. Le stime dell’Istat sulla condizione della povertà in Italia confermano i timori che si prevedevano
In Italia ci sono 2 milioni di famiglie e 5,6 milioni di persone in grave difficoltà.
Le stime dell’Istat sulla condizione della povertà in Italia confermano i timori che si prevedevano. Lo stallo di importanti settori dell’economia pesa sulle sorti di molti cittadini. il clima di ristrettezze è stato generalizzato. Lo evidenziano gli andamenti dei consumi, che hanno visto una diminuzione del 9,1% rispetto all’anno precedente. Il calo più profondo di sempre, anche durante la profonda crisi economica che il paese ha attraversato tra il 2012 e il 2013 non si erano raggiunti livelli simili, l’asticella si era fermata a – 6,4%.
Per alcuni, più sfortunati, la situazione è precipitata. L’indice di povertà assoluta e cresciuto nell’ultimo anno e registra i suoi picchi: il 9,4% della popolazione e il 7,7% delle famiglie versano in stato di povertà. È il record da quando è possibile confrontare la tipologia dei dati (dal 2005). Versare in condizione di povertà assoluta, significa non essere in grado di godere di beni e servizi essenziali per una vita dignitosa in Italia.
Se traduciamo le percentuali possiamo osservare che in Italia ci sono 2 milioni di famiglie e 5,6 milioni di persone in grave difficoltà. Le stime del Rapporto aiutano a descrivere il fenomeno che stiamo affrontando. Innanzitutto evidenzia che sono le famiglie monoreddito e con figli a essere le più colpite, insieme con le famiglie monogenitoriali: l’indice di povertà assoluta tra le coppie con due figli passa dall’8,8% del 2019 al 10,6% del 2020; le famiglie monogenitoriali (generalmente mamme sole con figli) arrivano dall’8,9% all’11,7%. La situazione è ancora più grave quando il numero dei figli aumenta: tra le famiglie con più di tre figli l’indice arriva al 20,7% contro il 16,2% dell’anno precedente.
In secondo luogo osserviamo – purtroppo – una maggiore distribuzione della povertà. Mentre prima dell’anno del Covid le sacche più ampie si registravano nel Meridione, oggi il fenomeno è cresciuto soprattutto al Nord che ha ridotto la distanza. Così nel Sud Italia si trova sempre una maggioranza di famiglie in difficoltà economica (il 9,3% contro l’8,6% del 2019), ma al Nord il gruppo di queste famiglie ha aumentato in modo maggiore la sua consistenza, passando dal 5,8% al 7,6%.
Sicuramente le misure adottate dal precedente governo per alleviare la sofferenza economica di quanti hanno perso il lavoro, oppure si sono trovati in una specie di limbo (come i commercianti o i liberi professionisti) possono essere state utili, ma serviranno progetti nuovi per poter reinserire quanti sono stati emarginati dal mondo del lavoro.