G7. Unicef: leader mondiali devono dare priorità a bambini siriani
L'appello del direttore generale ai leader mondiali: "È mia sincera speranza che la protezione e il benessere dei minori in Siria saranno in primo piano e al centro dei colloqui"
ROMA - "È mia sincera speranza che la protezione e il benessere dei bambini in Siria saranno in primo piano e al centro dei colloqui dei leader mondiali questo fine settimana al vertice del G7. La violenza nel Nord-Ovest della Siria - tra cui Idlib, Aleppo e Hama - continua ad aumentare. I bambini del nord-ovest hanno sofferto molto quest'anno. Dall'inizio del 2019, almeno 419 bambini sono stati uccisi o feriti e circa 169 bambini sono stati reclutati nei combattimenti. Nel solo nord-ovest si sono verificati piu' di 73 attacchi alle strutture scolastiche, 49 attacchi alle strutture sanitarie, oltre a 29 attacchi agli impianti idrici, che hanno colpito l'approvvigionamento di acqua per oltre 610.000 persone. Tra queste, le strutture sostenute dall'Unicef". Lo dichiara il direttore generale dell'Unicef, Henrietta Fore.
"Questo è cio' che le Nazioni Unite sono state in grado di verificare attraverso fonti primarie - le cifre reali sono probabilmente più alte. I bambini che sono stati esposti a esperienze traumatiche possono anche avere cicatrici invisibili di un profondo disagio psicologico. Ci sono anche indicazioni che la violenza a Idlib potrebbe aggravarsi ulteriormente, un'evoluzione che probabilmente comporterebbe ulteriori vittime tra i bambini e i civili, così come lo sfollamento massiccio della popolazione. L'Unicef- prosegue il dg Fore- fa eco all'appello del Segretario Generale affinche' il Memorandum d'intesa su Idlib del settembre 2018 sia sostenuto. L'Unicef esorta inoltre le parti in conflitto e coloro che hanno influenza su di loro - compresi i leader del G7 - a proteggere i bambini in tutta la Siria. Con il conflitto, giunto al nono anno, è fondamentale che tutti i bambini colpiti da questa guerra - siano essi siriani o bambini di combattenti stranieri - siano tenuti al sicuro e che i loro diritti siano rispettati".
Dire - www.dire.it