Earth Overshoot Day, il 29 luglio gli esseri umani hanno esaurito le risorse naturali annuali del pianeta
Così come accaduto nel 2019, il 29 luglio l'uomo ha esaurito tutte le risorse biologiche che la Terra ha generato e che sarebbero dovute bastare per tutto l'anno intero. Un record negativo, il peggiore di sempre. L'anno scorso si era arrivati a fine agosto, ma a incidere è stata la pandemia e le attività ferme. Mezzo secolo fa, era il 1971, il giorno del sovrasfruttamento coincise con il 21 dicembre.
Oggi, 29 luglio, l’uomo ha esaurito tutte le risorse biologiche che il nostro pianeta è stato in grado di generare e che dovrebbero teoricamente bastare per tutto l’anno intero. Così come nel 2019, l’Earth Overshoot Day, il giorno del “sovrasfruttamento” o “sovraccarico” terrestre quest’anno si ripete il 29 luglio, significa che da questo momento gli esseri umani vanno in deficit di materie prime.
È passato esattamente mezzo secolo dalla data ufficiale di inizio del calcolo dell’Earth Overshoot Day: era il 1971 e quell’anno venne registrato il 21 dicembre con praticamente 355 giorni di risorse a disposizione e solamente dieci in overshoot. Un report realizzato dalla National Footprint Accounts nel 2017, in realtà prende in considerazione anche altri due anni precedenti, il 1969 e il 1970: in questi casi si stima che l'umanità non sia riuscita a consumare appieno le risorse messe a disposizione dal pianeta.
Consumiamo 1,6 Terre all'anno
Ma è il passato. Un passato tristemente remoto perché il 29 luglio, invece, coincide con un record negativo: l’umanità in questa data ha consumato più rapidamente le risorse messe a disposizione dalla biocapacità terrestre. Al contrario, complice la pandemia, la nostra “impronta ecologica” è stata più leggera nel 2020, con la soglia di esaurimento delle risorse che si era spostata di quasi un mese: il 22 agosto.
Con preoccupazione, il Wwf nota come la situazione sia tornata esattamente la stessa di due anni fa: «L’umanità attualmente utilizza il 74 per cento in più delle risorse che gli ecosistemi del pianeta sono in grado di rigenerare», si legge in un comunicato . Noi tutti, insomma, consumiamo 1,6 Terre all’anno. Come visto, il sovraconsumo globale è iniziato nei primi anni Settanta. Ora, il debito ecologico cumulato risultante è pari alla produzione di 18 anni della Terra, in altre parole, il pianeta utilizzando tutta la sua capacità rigenerativa, impiegherebbe 18 anni per ripianare i danni causati da un uso eccessivo delle risorse naturali, ammesso che quei danni siano completamente reversibili.
L’analisi dell’Earth Overshoot Day viene effettuata dal Global Footprint Network, organizzazione di ricerca internazionale che monitora l’impronta ecologica dell’uomo, e si basa su una serie di fattori nonché su report di diverse agenzie internazionali che operano nel settore. La deforestazione e il degrado della Amazzonia è un punto tenuto sotto stretta sorveglianza: per esempio quest’anno viene segnalata una diminuzione della sua biocapacità forestale pari allo 0,5 per cento. E ancora: «I blocchi indotti dalla pandemia globale hanno causato un forte calo iniziale delle emissioni di Co2 nel 2020. Tuttavia, le emissioni sono aumentate di nuovo durante la seconda metà del 2020. Alla fine dell’anno, le emissioni totali sono state riportate come inferiori del 5,8 per cento rispetto alle emissioni del 2019 a causa della pandemia globale».
La campagna "100 giorni di possibilità"
Secondo alcune stime, per posticipare la data, un dimezzamento delle emissioni globali di carbonio servirebbe a spostare l'Earth Overshoot Day di 93 giorni, ovvero di oltre tre mesi. Per questo, il sito ufficiale di Earth Overshoot Day ha lanciato la campagna "100 giorni di possibilità" per riflettere e per invitare governi e amministrazioni comunali a una maggiore sensibilità visto che mancano 100 giorni alla Cop26, la conferenza delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici che si terrà a Glasgow dal 31 ottobre al 12 novembre prossimi.