Decreto sostegni, al Senato l'emendamento "salva casa"
Spiraglio di speranza per chi non riesce più a pagare il mutuo. Presentato un emendamento che renderebbe subito operativa la possibilità di rinegoziare il proprio mutuo oppure di chiedere un rifinanziamento per estinguerlo
Potrebbe aprirsi uno spiraglio di speranza per le famiglie che rischiano di perdere la casa perché non riescono più a pagare il mutuo. Al Senato è stato presentato un emendamento al Decreto Sostegni (in corso di conversione) che renderebbe subito operativa la possibilità di rinegoziare il proprio mutuo oppure di chiedere un rifinanziamento per estinguere il mutuo stesso, mediante l’accesso al Fondo di garanzia per la prima casa, anche quando l'alloggio è già stato messo all'asta. Tale possibilità è prevista dall'articolo 41 bis della legge 157 del 2019, ma finora è rimasta inapplicata perché mancavano i decreti attuativi. Se l'emendamento verrà approvato, non saranno più necessari. L'emendamento è stato fortemente voluto da Caritas Ambrosiana e dalla Fondazione San Bernardino. “La casa di abitazione è un bene essenziale che va meglio tutelato superando le distorsioni che il meccanismo delle aste giudiziarie produce -dichiara Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana e presidente della Fondazione San Bernardino-. Davanti a una crisi sociale tanto grave come quella attuale non possiamo lasciare le famiglie nude e indifese. Sarebbe drammatico per loro e non avrebbe senso nemmeno dal punto di vista del sistema economico”.
Negli ultimi due anni, Caritas Ambrosiana, con il sostegno di un tavolo tecnico istituito presso l’Università Cattolica cui partecipano fondazioni anti-usura di origine cattolica e associazioni della società civile, si è fatta promotrice di una serie di iniziative legislative che hanno riequilibrato il rapporto tra creditori e debitori: dalla riformulazione dell'articolo 560 del codice di procedura civile che ha abolito la norma per cui era possibile sloggiare le famiglie dalle abitazioni pignorate prima del decreto di trasferimento successivo alla vendita, fino all’inserimento nella legge 3 del 2012 delle norme relative al sovra-indebitamento contenute nel codice della crisi. “La slavina che spinge il centro medio sempre più verso il basso va fermata prima che la sofferenza esploda in rabbia. Per farlo servono norme nuove sui cui costruire un nuovo patto sociale”, conclude Gualzetti.
Dario Paladini