Coronavirus, in Francia il servizio civile prosegue con nuove restrizioni
Le indicazioni sono contenute in una lettera indirizzata ai 58 mila giovani attualmente in servizio da parte di Béatrice Angrand e David Knecht, rispettivamente Presidente e Direttore generale dell'Agenzia del Service Civique francese
Con una lettera indirizzata ai 58 mila giovani attualmente in servizio, Béatrice Angrand e David Knecht, rispettivamente Presidente e Direttore generale dell'Agenzia del Service Civique francese, hanno dato il 22 marzo scorso indicazioni sulla gestione dei volontari durante l’emergenza legata alla pandemia da Covid-19, che nelle ultime settimane ha colpito anche la Francia.
Al pari di quanto già avvenuto in Italia, con le varie comunicazioni sia del Ministro con delega, on. Vincenzo Spadafora, che del Dipartimento delle Politiche giovanili e del Servizio Civile Universale, anche per i giovani del Service Civique sono state previste delle modalità specifiche, passate dalla sottoscrizione di una integrazione standard agli attuali contratti di servizio civile, sottoscritta dai volontari stessi.
“L’integrazione – spiegano Angrand e Knecht - mira ad attuare, di comune accordo tra l'organizzazione ospitante e il giovane volontario , la modifica temporanea della missione svolta da quest'ultimo” lungo tre direttrici: prosieguo del progetto “a distanza, al fine di rispettare le misure di sicurezza sanitaria relative alla lotta contro la diffusione del virus Covid- 19”, sospensione del servizio (che continua comunque ad essere retribuito), aggiornamento delle attività rispetto “alle esigenze derivanti dall'attuale crisi sanitaria, nel pieno rispetto, a beneficio del volontario e delle persone con cui potrebbe essere in contatto, delle linee guida del governo per controllare la diffusione del virus”.
“Sottolineiamo che qualsiasi modifica del servizio deve soddisfare i valori e i principi del Service Civique (tutela dei giovani impegnati, servizio di interesse generale, assenza di responsabilità diretta, non sostituzione di altro personale, ecc.), che non sono stati mai così attuali”, scrivono ancora la Presidente e il Direttore generale dell'Agenzia del Service Civique.
Nella lettera si ricorda poi ai giovani volontari che il Governo francese ha lanciato una “mobilitazione generale di solidarietà di fronte al Covid-19”, aperta a tutti i cittadini tramite la costituzione di una “Réserve Civique” per sostenere soprattutto le persone più vulnerabili, anziane, disabili o sole. Con questa mobilitazione, per la quale sono stati coinvolti anche i giovani del Service National Universel (SNU) obbligatorio, si punta tra l’altro a rafforzare i collegamenti (con telefono, video, e-mail, ecc.) con le persone con disabilità, anziane o sole, e alla solidarietà “di prossimità”, con l’acquisto di prodotti essenziali per i vicini in difficoltà.
“Il suo sviluppo – si ricorda nella lettera - si basa, operativamente, su una piattaforma Internet dedicata (jeveuxaider.gouv.fr )”, a cui si rimanda per una eventuale adesione personale da parte dei giovani, da concordare con i responsabili dei propri enti di Service Civique.
“Sappiamo di poter contare sul vostro impegno, sulla vostra capacità di risposta e sul vostro spirito di responsabilità. In questo periodo molto difficile per il paese, il servizio civile è più essenziale che mai!”, concludono Angrand e Knecht.
Ricordiamo come proprio il 10 marzo scorso il Service Civique volontario ha compiuto 10 anni di attività. Dal 2010, oltre 435.000 giovani volontari hanno trascorso da 6 a 12 mesi in una missione di interesse generale nel campo della solidarietà e nella tutela della salute, della cultura e dell’ambiente. Aperto ai giovani dai 16 ai 25 anni (30 anni per chi ha disabilità), il numero di quelli impegnati è progressivamente aumentato in questi anni da 6.000 a 140.000 all'anno (60% ragazze e 40% ragazzi), con un investimento del Governo che per il 2020 è di 513 milioni di euro.
Francesco Spagnolo