Azzardo, durante il lockdown aumento dell'online (forse) illegale
Relazione della Commissione inchiesta mafie: "Non può escludersi che una parte del maggior consumo online possa essere intercettata - attraverso siti clandestini - dall'offerta illegale che in questo settore era già presente e in ascesa". Un quadro più chiaro si avrà dopo le riaperture di luglio 2021 delle sale
La chiusura delle sale fisiche per il gioco d'azzardo legale durante il lockdown ha dato luogo "ad un parziale spostamento dei consumi verso altri canali non soggetti alle restrizioni, in particolare verso l'offerta a distanza e l'online vero e proprio". E "non può escludersi che una parte del maggior consumo online possa essere intercettata - attraverso siti clandestini - dall'offerta illegale che in questo settore era già presente e in ascesa". E' scritto nella relazione presentata lunedì scorso dal comitato della Commissione parlamentare d'inchiesta sulle mafie che ha monitorato le attività delle organizzazioni criminali nel periodo dell'emergenza sanitaria.
Secondo l'organismo presieduto dal deputato del Pd Paolo Lattanzio, tuttavia, è ancora presto per dire che la previsione fatta dal prefetto Franco Gabrielli nell'aprile del 2020 (in qualità di Capo della Polizia), si sia avverata. Gabrielli aveva detto che "la chiusura delle sale giochi e l'interruzione delle scommesse sportive e dei giochi gestiti dai Monopoli di Stato potrebbero aumentare il ricorso al gioco d'azzardo illegale online". Ma quanto avvenuto, per il comitato parlamentare "deve essere attentamente ponderato, anche alla luce del fatto che il volume di gioco online si mostrava in crescita già prima dell'emergenza pandemica".
Inoltre, secondo l'istituto di fisiologia clinica del Cnr di Pisa, durante il lockdown solo "una minima parte di chi giocava nei punti di offerta fisici avrebbe iniziato a giocare online, quindi l'aumento dei volumi sarebbe determinato prevalentemente da giocatori che già praticavano gioco d'azzardo anche tramite la rete internet (indipendentemente dalla natura legale o illegale dei siti) e tra questi uno su tre avrebbe aumentato i consumi". Da queste analisi risulta pertanto "che solo una parte della domanda fidelizzata dai servizi di raccolta fisica si sarebbe effettivamente spostata sull'online". Da ultimo viene poi evidenziato che dopo la fine del lockdown risulta che la quota di mercato online è tornata, in termini tendenziali, ai livelli precedenti".
Da capire quindi, si legge nella relazione "se le trasformazioni e le variazioni occorse per via delle restrizioni attuate contro lo sviluppo della pandemia portino a delle mutazioni di carattere stabile e a regime, oppure non si risolvano in tendenze transitorie e quindi siano riassorbite, al momento del ritorno all'ordinario svolgimento dell'attività".
Un quadro più chiaro si avrà dopo le riaperture di luglio 2021 delle sale, ma nel frattempo "va verificato se le chiusure abbiano determinato la comparsa di nuovi punti di offerta clandestina anche per il gioco d'azzardo su rete fisica".
In ogni caso, scrive il presidente Lattanzio, "nel periodo della pandemia l'offerta legalizzata di gioco d'azzardo è stata interessata da fenomeni che devono essere attentamente analizzati per le potenziali correlazioni con le attività delle consorterie mafiose, che da tempo, oltre alla gestione di servizi clandestini, si sono adoperate per acquisire direttamente o indirettamente tramite prestanome il controllo di punti di raccolta regolari". I principali motivi di questo interesse, spiega la relazione del comitato, "risiedono nell'opportunità di riciclaggio di denaro e negli ingenti ricavi che tali attività consentono, soprattutto con l'adozione di sistemi di manipolazione delle modalità di gioco e di elusione fiscale".
Indagini della Guardia di Finanza riportate alla commissione parlamentare Antimafia hanno infine dimostrato che già nel 2014 la criminalità aveva manifestato "la tendenza ad assumere la gestione dei circuiti legali, ovvero a fornire al pubblico tramite esercizi commerciali compiacenti o asserviti la possibilità di avvalersi dell'offerta clandestina su piattaforme online". Questo "attraverso connivenze o intimidazioni agli operatori autorizzati". (DIRE)