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Ci sarà anche l'Unione delle Province d'Italia nella Cabina di Regia sul Terzo settore convocata dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte per venerdì prossimo per verificare l'impatto dell'emergenza Coronavirus sulle Associazioni di Volontariato e individuare gli strumenti per il raccordo tra Pubblica Amministrazione importante.

Ci sono almeno 25 comitati di passeggeri nati in questi anni per protestare contro i disservizi di Trenord. E sui social rimbalzano dubbi e paure su quel che potrà succedere dopo il 4 maggio. Intanto da un sondaggio on line lanciato da una società di consulenza emerge che solo il 30% degli utenti dei servizi pubblici tornerà ad utilizzarli. La soluzione? Più smart working e più treni

“Molti cittadini sono stanchi degli sforzi sin qui compiuti e vorrebbero un significativo allentamento di queste misure o, addirittura, la loro totale abolizione. Vi sono poi le esigenze delle imprese e delle attività commerciali di ripartire al più presto. Mi piacerebbe poter dire: riapriamo tutto. Subito. Ripartiamo domattina. Questo Governo ha messo al primo posto la tutela della salute dei cittadini, ma certo non è affatto insensibile all’obiettivo di preservare l’efficienza del sistema produttivo. Ma una decisione del genere sarebbe irresponsabile. Farebbe risalire la curva del contagio in modo incontrollato e vanificherebbe tutti gli sforzi che abbiamo fatto sin qui. Tutti insieme”.

L’epidemia ha tolto certezze ma di fronte a “sguardi pieni di domande e domande piene di paure” il ruolo dell’infermiere è “fare tutto il possibile, sempre”, si legge ancora nel “Manifesto deontologico” per la pandemia Covid-19 diffuso il 20 aprile dalla Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi).

Nella confusione creata dalle misure anti-Covid, la repressione in Egitto non si ferma. Amr Abdelwahab, attivista e amico dello studente egiziano dell’università di Bologna in carcere al Cairo, racconta: “Con la scusa di voler evitare il contagio tra i detenuti, le udienze sono sospese e i contatti con la famiglie e gli avvocati sono interrotti”

Mosca blindata e Pasqua a porte chiuse. Il Coronavirus sta mettendo alla prova anche la Russia con un’impennata dei contagi, rischio collasso degli ospedali, restrizioni e misure di contenimento. "Certamente i fedeli ortodossi sentono molto l’impossibilità di andare in chiesa in questi giorni", dice da Mosca l'arcivescovo Paolo Pezzi: "Ma gli appelli del Patriarca sono stati anche molto belli. Facendo ricorso all’esempio e alla vita di alcuni santi, ha cercato di far capire al proprio popolo che occorre vivere la fede, e quindi anche la Pasqua, non come si è sempre fatto, o come vorremmo noi, ma come ci è imposto dalle circostanze della storia che sono luogo attraverso cui ci viene incontro Cristo oggi"