Minori stranieri soli: a tre anni dalla legge Zampa ecco i risultati della sperimentazione
L'analisi di Unicef, Unhcr, Cir e Centro Penc sui benefici dell'approccio tra pari nel supporto ai tutori volontari: "Promuovere il modello di supporto peer-to-peer a livello nazionale"
Resi noti oggi i risultati della sperimentazione condotta da Unicef, Unhcr, Consiglio Italiano per i Rifugiati Cir e Centro Penc sui benefici dell'approccio tra pari nel supporto ai tutori volontari.
"Tre anni fa- si legge nella nota congiunta di Unicef, Unhcr, Consiglio Italiano per i Rifugiati Cir - grazie all'approvazione della legge 47/2017 cosiddetta Legge Zampa veniva istituita la figura del tutore volontario come rappresentante legale e portavoce degli interessi dei minori stranieri non accompagnati (Msna) in Italia. Unicef, Unhcr e Cir sono stati fin da subito impegnati nel sostegno al nuovo sistema di tutela volontaria, in collaborazione con le autorità locali e l'Autorità Garante Nazionale per l'Infanzia e l'Adolescenza. Tra il 2017 e la fine del 2019 sono stati oltre 3.000 i tutori formati, 450 solo in Sicilia che fino all'anno scorso ospitava circa il 40% dei minori stranieri non accompagnati presenti nel nostro Paese. Per supportare questa nuova figura nel complesso percorso di tutela degli interessi del minore, sono stati sperimentati tra giugno e novembre del 2019 dei gruppi di supporto tra pari (peer to peer) che hanno coinvolto circa 18 tutori tra Palermo e Catania. Obiettivo della sperimentazione è stato facilitare lo scambio di esperienze e di informazioni riguardo le procedure e le diverse prassi del percorso di inclusione dei minori stranieri non accompagnati. Al centro del dibattito, le sfide nella relazione con il minore, i rapporti con i centri d'accoglienza e con gli attori responsabili della presa in carico dei bisogni delle ragazze e dei ragazzi".
La sperimentazione ha evidenziato come "il supporto tra pari possa essere efficace e sostenibile nel caso dei tutori volontari. Chi ha partecipato ai gruppi ha riportato di aver avuto la possibilità di chiarire il proprio ruolo, di condividere strategie efficaci per favorire i percorsi dei minori non accompagnati e di aver fatto luce sui numerosi risvolti, anche emotivi, che caratterizzano la relazione con i propri tutelati. Oggi l'attività sta andato avanti anche a distanza, a prova del fatto che tale metodologia può essere applicata anche in contesti meno favorevoli come quello attuale legato all'emergenza sanitaria".
"L'Unicef investe nella figura del tutore volontario come ulteriore garanzia per la protezione del minore. L'esperienza in Italia ha dimostrato quanto sia importante supportare i tutori volontari nelle sfide che si trovano davanti: dai percorsi legali all'accompagnamento nella delicata fase di transizione all'età adulta dei minori stranieri non accompagnati fino alla loro inclusione sociale e al supporto specifico in caso di vulnerabilità. L'approccio tra pari favorisce la condivisione di vissuti, di difficoltà ma anche di strategie, con ripercussioni positive nella relazione tra tutore/tutelato", ha dichiarato Anna Riatti, Coordinatrice Unicef del programma per bambini e adolescenti migranti e rifugiati in Italia.
"Il supporto fornito dai tutori volontari è fondamentale per garantire il benessere dei minori stranieri non accompagnati- ha dichiarato Roland Schilling, Rappresentante Unhcr per l'Italia, Santa Sede e San Marino- per questo motivo dal 2017 Unhcr opera per sostenere l'iniziativa attraverso la società civile ed insieme all'Autorità Garante per l'Infanzia e l'Adolescenza, dando priorità alla partecipazione diretta e all'ascolto dei minori, che hanno contribuito in prima persona alla formazione dei tutori volontari e fornito preziosi contributi per l'analisi e il miglioramento del Sistema".
A tre anni dall'entrata in vigore della legge Zampa, che istituiva la figura del tutore, Unicef, Unhcr e Cir chiedono alle Autorità nazionali responsabili del sistema di protezione dei minori, di: Precisare chiaramente, in fase di adozione dei decreti attuativi della L. 47/2017, le metodologie per la valutazione del superiore interesse del minore, specificando il ruolo del tutore volontario; favorire il coinvolgimento della figura da parte degli altri attori coinvolti nel sistema di tutela dei minori; promuovere una riforma legislativa che identifichi in modo chiaro quale sia l'Istituzione che deve garantire il supporto ai tutori volontari nell'esercizio delle sue funzioni, anche attraverso l'investimento di adeguate risorse finanziarie.
Unicef, Unchr e Cir chiedeono all'Autorità Nazionale Garante dell'Infanzia e l'Adolescenza di: "Promuovere il modello di supporto peer-to-peer a livello nazionale, anche attraverso le unità operative presenti all'interno del progetto Fami "Monitoraggio della tutela volontaria per Msna in attuazione dell'art. 11 L. 47/2017"; di farsi portavoce delle istanze presentate dai tutori e di promuovere la condivisione e disseminazione delle buone prassi presenti con riguardo alle reti informali tra tutori volontari.
Si chiede infine agli attori parte del sistema di tutela dei minori a livello locale di: promuovere l'implementazione del modello in altri contesti territoriali; complementare i servizi di supporto già esistenti con percorsi di supporto peer-to-peer; e promuovere una legislazione ed una raccolta dati che tenda conto della fase di transizione all'età adulta".